RADICALI ROMA

Non protetto, spesso per moda e poi la pillola del giorno dopo

Corsi di educazione sessuale a scuola, programmi televisivi che parlano senza tabù, genitori più disponibili al dialogo non sembrano aver portato una maggiore consapevolezza nei giovani. I ginecologi della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, hanno denunciato un aumento di richieste di pillola del giorno dopo da parte delle adolescenti, richieste che aumentano dopo il fine settimana.
Secondo il dossier elaborato dalla Sigo, le adolescenti hanno il primo rapporto completo più tardi, intorno ai 17 anni in media, ma aumentano il numero di incontri occasionali e i rapporti non protetti, come se gli adolescenti sfidassero il rischio di contrarre malattie sessuali e gravidanze indesiderate. Dietro alle cifre c’è però uno sfondo complesso, nel quale le paure si mescolano ad un incosciente senso di onnipotenza. Gli adolescenti di oggi non sembrano poi tanto diversi da quelli di venti anni fa, se si considerano le paure e le incertezze rispetto al loro corpo, ma sembrano più incapaci di ascoltarsi, di capire cosa vogliono davvero. “Il numero delle gravidanze tra le adolescenti è basso – osserva Marco Lodi, psicoanalista responsabile dell’Unità di psicoterapia del consultorio giovani di Mantova – i casi più frequenti sono tra giovani immigrate. E’ vero che riceviamo molte telefonate di richiesta di informazioni sulla pillola del giorno dopo, che non va confusa con la pillola abortiva. E’ come se preferissero pensare che, in caso di guai, una soluzione si trova comunque. Rifiutano la contraccezione e l’uso del preservativo, soprattutto per i primi rapporti, è molto basso.”Questo è l’aspetto più preoccupante – sottolinea Lodi – perché espone i giovani al rischio di contagio di malattie sessualmente trasmesse. Nonostante le campagne di informazione, percepiscono l’uso del preservativo come un ostacolo alla spontaneità, qualcosa che alimenta una forma di sospetto nei confronti del partner”.

Non è diverso il quadro tracciato dalla ginecologa Maria Grazia Bartoli, che lavora nello spazio giovani del consultorio di Fuorigrotta, a Napoli. “Abbiamo osservato una riduzione delle interruzioni di gravidanza tra le adolescenti – dice la dottoressa – ed è rimasto invariato il numero delle ragazze che portano avanti le gravidanze indesiderate. Abbiamo notato anche noi una maggiore richiesta di pillola del giorno dopo, che io interpreto come l’utilizzo di nuove informazioni”. “I rapporti a rischio nel weekend ci sono sempre stati – osserva Bartoli – abbiamo avuto richieste di consulenze e informazioni più frequenti dopo il fine settimana anche in precedenza, solo che adesso le ragazze sono a conoscenza della pillola del giorno dopo e la chiedono in maniera esplicita. E’ positivo tuttavia che non ci sia un ricorso ripetuto al suo utilizzo: poiché in genere il rapporto con il nostro centro continua, abbiamo osservato che la utilizzano una volta e basta”.

E’ molto diverso invece, a sentire le esperienze dei due centri di consulenza per i giovani, il ruolo della scuola. A Mantova è un punto di riferimento per i giovani, a Napoli meno. “Nelle assemblee i ragazzi chiedono spesso il nostro intervento – dice lo psicoanalista di Mantova – e abbiamo modo di notare come quando si parla di sessualità emerge sempre il disagio verso una crescente pressione sociale. E’ come se si fosse passati dalla sessualità proibita del passato a una sessualità obbligata. I giovani si sentono spronati ad accelerare i tempi, anche se non sono pronti”. “Nel nostro territorio la scuola porta avanti una modesta attività di informazione – riferisce la ginecologa di Napoli – alla quale rispondono in pratica solo le ragazze. Sono loro che vengono più spesso a chiedere, che sollecitano interventi, mentre i maschi non usano i servizi a loro disposizione”. A Nord o a Sud c’è una denuncia comune degli operatori contro la pressione sociale e i messaggi fuorvianti dei mass media, che non
promuovono la cultura dei sentimenti, ma quella del godimento facile.