Noi e loro. Noi Rosa nel pugno, loro Unione. Noi abbiamo remato per la vittoria e loro ci ripagano con il “fuoco amico”. Alla direzione nazionale straordinaria della Rnp, cominciata ieri mattina a Roma e ancora in corso, si discute del dopo elezioni, con poche parole gentili e tanti rimbrotti per quell’Unione che, da casa comune un po’ matrigna, si è rivelata un cannone dispensatore di frecciate. C’è stato lo schiaffo di Massimo D’Alema, in stile “divid et impera”, quando il presidente ds ha parlato del futuro Partito democratico elargendo “sì” preventivi ai socialisti e “nì” ai radicali. C’è il silenzio degli alleati dopo i ricorsi alle Corti d’appello per i senatori perduti “a causa” di una bislacca interpretazione della legge elettorale, racconta Marco Pannella (che vuol vendere caro il suo “scalpo oltretevere”, anche se tre corti hanno già dato ragione al Viminale).
Non che la Rosa nel pugno voglia fare la guastafeste, ma un certo tormento al centrosinistra vorrebbe pur darlo. Lo facciamo per voi, spiega Capezzone, “per prevenire i guasti che la sinistra massimalista e comunista causerebbe all’Unione se imponesse una linea di cancellazione della legge Biagi”. E quindi chiede alla Rnp di aprire il “conflitto anche sul welfare”. Chissà se, allora, i radical- liberisti rimasti a destra si sposteranno a sinistra, sorvolando su Cesare Marini che ieri esortava la Rnp a riflettere sulla “crisi dei bilanci familiari”. Si discute della Cosa 2 rosapugnante, di trasformazione in partito liberal-socialista con “pari dignità” nell’Unione, all’indomani del requiem di Pannella per l’Unione stessa: “Vogliamo rianimarla, o dobbiamo considerarla un cadavere…?”. Niente “processi eugenetici tra Sdi e radicali”, consiglia lo storico Biagio De Giovanni. La forza della Rnp risiede nel “fare quello che dice e dire quello fa”, ricorda Marco Cappato. “Serve un’immagine comune” per non essere più soltanto “un sogno elettorale”, dice Boselli.
Nel giorno in cui l’Unione ricanta vittoria, Pannella grida “fatevi sotto” ai mozzorecchi di ogni colore, compreso “l’alleato” Antonio Di Pietro. E intanto pensa a scongiurare un eventuale fuoco cannibale a ridosso delle amministrative, con una “proposta” che suona pure come un avvertimento allo Sdi, casomai non fosse tutto allineato con il Boselli del “non dividersi”. “Teniamo alta ovunque la bandiera della Rosa nel pugno”, dice Pannella. Quindi: simbolo della Rnp ma si tengano poi “distinti” gli eletti dal partito nascente. E che non salti in testa a nessuno di “cucinarsi il simbolo” come gli pare e piace.