RADICALI ROMA

Omofobia: lettera a associazioni lgbtqi Roma. Sostenete autoconvocazione Aula su unioni civili. Non ci sono diritti senza rispetto delle regole

unioni civiliDichiarazione di Riccardo Magi, consigliere Capitolino Radicale eletto nella Lista civica Marino

Oggi ho inviato la lettera che segue alle associazioni Lgbtqi romane, molte delle quali hanno partecipato negli anni scorsi alle iniziative popolari che hanno portato al deposito della delibera sottoscritta da oltre 8 mila cittadini romani per il riconoscimento delle Unioni civili, depositata in Campidoglio e mai discussa dal Consiglio comunale in violazione dello Statuto. Chiedo loro aiuto e sostegno alla nostra iniziativa di autoconvocazione del Consiglio, nella convinzione che non ci sono diritti senza rispetto delle regole e del diritto. 

Care e cari,

nella giornata internazionale contro l’omofobia vi scrivo per informarvi delle sorti della delibera d’iniziativa popolare relativa al “Riconoscimento delle unioni civili e sostegno alle nuove forme familiari” depositata, insieme a molti di voi e con il sostegno di oltre 8 mila cittadini firmatari, il 17 maggio 2012.
Come sapete, sebbene lo Statuto di Roma Capitale preveda sei mesi di tempo per la calendarizzazione e discussione delle delibere popolari, a due anni di distanza né con l’amministrazione Alemanno né con l’amministrazione Marino è stato avviato il dibattito. Nei mesi scorsi – i primi dell’amministrazione Marino – si è poi elaborato un altro testo di delibera (firmatari Imma Battaglia – Sel, Riccardo Magi – Raidcale Lista Marino, Svetlana Celli – Lista Marino, Virginia Raggi – M5s, Giulia Tempesta – Pd) di iniziativa consiliare.

In questi giorni, data la renitenza di una parte della maggioranza e di fronte all’ennesimo tradimento degli impegni politici e della legalità statutaria da parte del presidente del consiglio Mirko Coratti, mi sono fatto portatore di una raccolta firme tra i colleghi consiglieri per richiedere l’autoconvocazione del Consiglio. La legge consente infatti a un quinto dei consiglieri di chiedere la convocazione del consiglio su specifici punti e la Presidenza è tenuta a fissare la sedute entro 20 giorni. Grazie ai colleghi della Lista civica Marino, di Sel e del M5s, abbiamo depositato la richiesta di convocazione per discutere le delibere sulle unioni civili ma anche quella popolare per l’istituzione del registro dei testamenti biologici a prima firma Mina Welby, rimasta anch’essa per anni nei cassetti del Campidoglio.

Sono convinto che non può esserci riconoscimento o garanzia dei diritti se non c’è rispetto delle regole e del diritto.

Purtroppo, nonostante l’impegno a discutere la delibera sulle unioni civili durante la settimana Rainbow, il consiglio questa settimana non è mai stato convocato.

Spiace dover constatare ancora una volta la latitanza del gruppo del Pd (che pure aveva voluto contribuire alla stesura del testo nei mesi scorsi e che ora chiede di discutere la proposta dopo le elezioni europee) rispetto a due temi su cui il consenso tra gli elettori democratici e nel Paese in genere, è ormai radicato. Assistiamo quasi a un deja-vù rispetto al 2007, quando la maggioranza dell’allora sindaco Veltroni bocciò la delibera (anche allora d’iniziativa popolare e depositata dai Radicali) dopo l’incontro del sindaco con il card. Bertone.

 
In questi giorni alla nostra richiesta di autoconvocazione si è risposto con la proposta di convocare per il prossimo 27 maggio una seduta “di riflessione sull’omofobia”. Successivamente a quella data inizierà il lungo e faticosissimo dibattito sul bilancio. 

Vi chiedo dunque di non lasciare soli me e i colleghi firmatari dell’autoconvocazione, di farvi promotori voi stessi di una pressione esterna al Campidoglio, soprattutto nei confronti del Pd e in questi giorni chiedere che la seduta del 27 non sia una sola riflessione – per quanto sempre utile – ma sia una vera seduta deliberativa.

Atti amministrativi come il riconoscimento delle unioni civili rappresenterebbero il miglior antidoto al fenomeno dell’omofobia che a parole si impegnano tutti a contrastare.