RADICALI ROMA

Oppiacei più facili ai malati cronici Il ministro cancella la burocrazia

ROMA – “Niente più ricettario speciale per gli oppiacei. Ai malati più gravi renderò facile acquistare i farmaci antidolore”. La promessa è del ministro della Salute Livia Turco. Lo ha scritto in un messaggio inviato all’associazione Gigi Ghirotti in occasione della presentazione della quinta Giornata Nazionale del Sollievo che si svolgerà domenica.

Meno burocrazia e più preparazione del personale sanitario. L’Italia è il fanalino di coda nel mondo nell’uso degli oppiacei: è il terzultimo paese in Europa nel consumo pro capite di morfina. I centri di cure palliative enfatizzano la terapia del dolore ma la prescrizione di farmaci antidolore è consuetudine solo per una piccola parte della comunità medica. Eppure si può fare molto per alleviare la sofferenza dei malati più gravi, quelli senza più speranza.

“Negli ultimi anni – ha detto il ministro della Salute – sono stati fatti alcuni passi avanti: ad esempio è stata estesa la fascia di farmaci antidolore rimborsabili dal servizio nazionale. Ma i bisogni dei cittadini e le loro legittime aspettative sono cresciute, così come è cresciuta la loro consapevolezza sulle possibilità che la scienza e l’innovazione mettono a disposizione per migliorare la qualità della vita”. Il nocciolo è proprio la “qualità della vita”: politici e medici ripetono da tempo che è indispensabile migliorare “la qualità della vita dei malati oppressi da malattie croniche”, ma la pratica resta ancora lontana dalla teoria. Per questo il ministro Livia Turco ha fatto un’altra promessa a chi soffre: “Renderemo obbligatorio l’aggiornamento degli operatori e, in particolare, di alcune categorie, per esempio i medici di medicina generale”.  sedativi sono molto importanti per aiutare il riposo dei pazienti ma la scelta dei farmaci giusti, sempre più vasta e specializzata, è soffocata da norme che non ne riconoscono il valore terapeutico: “I cannabinoidi – spiega Augusto Saraceni, responsabile medico dell’hospice Floriani dell’Istituto tumori di Milano – sono stati inseriti dalla recente legge sulla droga tra le sostanze che non hanno valore terapeutico, mentre vi sono dati di ricerca di base e di tipo clinico che ne suggeriscono l’utilità nei malati con dolori cronici come nella sclerosi multipla e nelle lesioni spinali”.

Recentemente è stata annunciato che entro giugno sarà presentato al Consiglio regionale del Lazio la norma che consentirà ai malati gravi di coltivare nel giardino di casa cannabis a scopo terapeutico: “Vogliamo che venga riconosciuto a livello scientifico il valore terapeutico della canapa”, spiega Anna Pizzo di Rifondazione comunista, coordinatrice del disegno di legge. “La cannabis è utilissima per contrastare gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche in malattie croniche”. Da quest’anno una terapia a base di cannabinoidi è sperimentata su ottanta malati di cancro ricoverati all’ospedale le Molinette a Torino e al Policlinico Umberto I di Roma, ma il Lazio sarebbe la prima regione in Italia dove l’uso della cannabis sarebbe gestito direttamente dal paziente insieme al proprio medico.

Il percorso resta però lungo, la sensibilità tra i medici scarsa e i preconcetti tra i pazienti difficili da sradicare: “Per questo – ha aggiunto il ministro – potremmo aumentare anche l’informazione verso i cittadini: spiegare loro l’efficacia dei farmaci antidolore. Quasi la metà di coloro che chiedono informazioni alle strutture sanitarie lamentano difficoltà di orientamento; fanno fatica a sapere con certezza quale è la struttura più idonea alla quale rivolgersi, qual è il percorso più virtuoso”.

<!– do nothing –>Resta però il problema della carenza di strutture, cronica, come le malattie che dovrebbero curare. Anche il ministro lo ha ammesso: “Si fa ancora poca assistenza domiciliare in ambito oncologico; il numero di posti letto degli hospice è distante dalla copertura del fabbisogno potenziale, con le evidenti disomogeneità tra Nord e Sud del Paese, e si presta poca attenzione al dolore dei bambini, come è dimostrato dalla scarsità di centri e servizi per la terapia del dolore in età pediatrica. Ma qualcosa faremo e lo faremo presto”. Promessa di ministro.