RADICALI ROMA

Ostia – Izzo: «I padroni del mare bloccano le istituzioni e i media nicchiano»

Dichiarazione di Paolo Izzo,
Segretario dell’associazione Radicali Roma
Ieri mattina una manifestazione della Assobalneari ha impedito che il X municipio di Roma provvedesse ad aprire due varchi pubblici e gratuiti al pontile di Ostia. Quei due accessi al mare sarebbero stati una prima, benché insufficiente, risposta del Comune di Roma a un esposto dei Radicali Roma alla Procura della Repubblica e alla successiva incontrovertibile richiesta del Tribunale di Roma e del giudice Francesco Dall’Olio che ha preso in carico il nostro esposto. Ma i concessionari degli stabilimenti balneari, a riprova del fatto che si sentono e sono gli incontrastati padroni del demanio pubblico, nella più totale assenza di rispetto per i cittadini romani, prima ancora che per le istituzioni capitoline, hanno impedito di fatto quel primo timido passo del X municipio verso la legalità e verso il rispetto delle normative nazionali ed europee. Nemmeno quando il Comune di Roma ha attuato gli sgomberi di campi Rom – in continuità con l’amministrazione Alemanno e con un atto dalla legalità piuttosto dubbia – abbiamo assistito a una simile interruzione forzata di un intervento istituzionale, come invece è accaduto ieri, quando un nutrito gruppo di concessionari balneari, senza alcun permesso della Questura di Roma, ha reso impossibile l’apertura dei cancelli del pontile, chiusi illegalmente dagli stabilimenti adiacenti. A maggior ragione sono un grave paradosso le dichiarazioni del numero uno di Assobalneari Renato Papagni che, nel ritenere il proprio operato e le proprie proposte come le più opportune, ha bocciato l’intervento del Comune, testualmente come un “atto di prepotenza” che non rispetta le “questioni di sicurezza”. Nei quotidiani di oggi non vi è nessuna traccia né dell’abuso da parte dei manifestanti, né della battaglia radicale per la legalità sul litorale romano: al contrario si registra con disappunto una compiacenza al limite della connivenza dei media romani nei confronti dell’atto di forza dei concessionari balneari e della proditoria interruzione di un pubblico servizio che avrebbe reso ai cittadini una minuscola parte dei loro diritti: la fruibilità del mare e il libero accesso alle spiagge.