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Pacs, Rutelli sotto tiro nell'Unione, Prodi e Fassino: serve una legge

ROMA – Bocciati sul nascere. I Contratti di convivenza proposti, seppur “in piena autonomia”, da Francesco Rutelli, sono giudicati non idonei per risolvere il problema dei diritti delle coppie di fatto e dividono in due l’Unione: da una parte Rutelli, dall’altra Romano Prodi. Il leader della Margherita è appoggiato dall’Udeur di Clemente Mastella e dall’Italia dei valori. Piovono critiche dal resto della coalizione, dal leader dei Ds Piero Fassino (“i contratti per produrre effetti validi hanno bisogno di una legge che li riconoscano”) al relatore del disegno di legge in Commissione giustizia Giuliano Pisapia (Rifondazione), passando per la cattolica Rosi Bindi (Margherita), che al presidente del suo partito dice: “La soluzione privatistica è uno strumento insufficiente perché un contratto dal notaio non può avere il valore di legge”.

L’ex ministro della Sanità prova a smussare gli angoli (“la proposta di Rutelli e quella di Prodi non sono incompatibili”) e indica un tavolo comune: “L’Unione ha davanti a sé una via obbligatoria, stretta tra l’intangibilità dell’istituzione famiglia e il dovere di garantire diritti a tutti i cittadini: dobbiamo trovare una via d’uscita, tutti insieme, rispettando il pluralismo culturale di questo paese”. Prodi dribbla le polemiche: “Non facciamo questioni nominali” dice in un’intervista al settimanale Gente. Poi, però, è chiarissimo: “Non possiamo ignorare la realtà, è necessaria una soluzione legislativa. E noi la troveremo in linea con la Carta costituzionale”. La stessa Margherita è divisa. “Con i giochi di parole si fa poca strada e per di più nella direzione sbagliata” dice Arturo Parisi, presidente dell’Assemblea della Margherita. “I Ccs non risolvono il problema” aggiunge Pierluigi Mantini. “La proposta di Prodi è ragionevole” dice il sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Con Rutelli si schiera solo il governatore del Friuli Riccardo Illy e le cattolicissime Acli.
L’idea di Rutelli, lanciata sabato sul sito web della Margherita, è quella di sostituire i Pacs, proposta bipartisan all’esame della Commissione giustizia e appoggiati in linea di principio da Prodi, con i Contratti di convivenza solidale (Ccs) che escludono “figure giuridiche simil-matrimoniali” e sono contratti di natura amministrativo-privatistica. Leggi di serie b rispetto a vere e proprie leggi come sarebbero i Patti. Lo spiega bene Giuliano Pisapia, relatore in Commissione giustizia: “Per un contratto privato, come proposto da Rutelli, non è necessaria alcuna modifica legislativa”. I Ccs, quindi, non avrebbero valore di legge e sono “inutili e irragionevoli sortite controproducenti per l’unità della coalizione e arretrate rispetto all’Europa”.

Rutelli riapre la polemica sui Pacs, che era stata congelata, proprio alla vigilia dell’avvio della Conferenza della Cei a Roma. Quelle sui Pacs, aggiunge Fassino, “non sono battaglie di minoranza bensì la trama, il tessuto che tiene unite le società moderne e miste sotto ogni punto di vista”. Contro Rutelli, oltre a Rifondazione e Comunisti, si schierano i verdi di Pecoraro Scanio (“basta con le ipocrisie e le anomalie italiane”) e lo Sdi. “Il leader della Margherita vuole ridurre i patti a una scatola vuota lasciando intatte le discriminazioni” dice Roberto Villetti. “La coalizione non ha ancora una posizione unitaria” prova a mettere le mani avanti Rutelli. Nel senso che “ognuno può dire quello che crede e contribuire al dibattito”.