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Padoa-Schioppa: serve nuovo patto sociale

  Un nuovo patto sociale. Questo l’ambizioso obiettivo che i ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, rivela in un’intervista al quotidiano economico «Il Sole 24 ore»

 

 

 

POLITICA ECONOMICA – Nell’affrontare il tema della concertazione che parte da lunedì prossimo tra imprese e sindacati sulle principali misure di politica economica, a cominciare dalla riduzione del cuneo fiscale, Padoa-Schioppa interviene sulle risorse e su come andrá articolato, e afferma subito: «Sono consapevole delle molte attese di riduzione del divario tra il costo del lavoro per l’impresa ed il reddito ricevuto dal lavoratore: il cosidetto cuneo fiscale, tema principe della campagna elettorale».

 

 

 

CUNEO FISCALE – «Tuttavia – sottolinea il ministro dell’Economia – il denaro che oggi affluisce allo Stato dal cuneo oggi non è denaro che va perso o gettato, ma finanzia spesa pubblica regolarmente iscritta a bilancio. Tale spesa deve quindi trovare una entrata alternativa oppure essere ridotta. Stiamo studiando l’intera questione». «È auspicabile – continua – che la riduzione del cuneo sia selettiva. Se si vuole che vada a beneficio del sistema economico, occorre che essa sia premiante per le imprese nelle quali le prospettive di crescita sono più forti». «La riduzione del cuneo – prosegue Padoa-Schioppa – non deve essere una sovvenzione che aiuti ad essere competitivi per qualche tempo. Non può assomigliare ad una svalutazione. Deve agire a favore di quelle imprese le cui dinamiche siano, o possano rapidamente diventare, utili allo sviluppo dell’economia. Occorre anche, a mio parere, che il mondo imprenditoriale offra contropartite». E alle imprese il ministro chiede «un impegno preciso a rimettere in forte crescita la produttivitá in Italia attraverso investimenti, ricerca», mentre al sindacato «mantenere la moderazione salariale in atto da molti anni» e farsi «interpreti delle situazioni di più acuto bisogno».

 

 

 

INFRASTRUTTURE E RAI – Padoa-Schioppa affronta anche il tema delle infrastrutture ed il blocco dei cantieri Anas e Fs, sottolineando di aver «segnalato il rischio di chiusura dei cantieri per il drammatico taglio della spesa dello Stato per investimenti pubblici» e aggiungendo subito che «è evidente che tale evento vada scongiurato» anche se «non possiamo non guardare anche ai limiti di spesa». E se è vero che le ferrovie «hanno subito una forte riduzione delle loro attribuzioni» per il ministro hanno anche «un vasto programma di dismisioni immobiliari che deve essere portato avanti». «Che la continuitá delle opere sia essensiale – afferma il ministro dell’economia – è fuori dubbio». E da azionista della Rai, il ministro interviene anche sul tema Rai. «Qui – dice Padoa-Schioppa- entra in gioco una terza dimensione, la più delicata, vale a dire l’informazione». «Occorre -avverte- un rapporto corretto tra il potere politico e l’informazione che deve essere indipendente. Nello stesso tempo, in quanto azionista, il Tesoro deve avere partecipazioni in un’impresa economicamente sana. Una battuta anche sulla legge del risparmio che per il ministro «andrá rivista» e sulla quale «occorre apportarvi alcuni miglioramenti».

 

 

 

DEFICIT – Padoa-Schioppa interviene poi sulla possibilitá di riportare l’avanzo primario al 3% in tempi brevi. «Bisogna distinguere- sottolinea Padoa-Schioppa -tra la fatica della cura e i benefici di una buona salute recuperata. La distanza temporale tra i due momenti non è lunga, tanto più se si agisce contemporaneamente sui tre fronti: risanamento, crescita, equitá. In genere, quando ci si comincia a curare giá si sta meglio. Gli indici di fiducia aumentano quando si vede che i problemi vengono affrontati». Per il responsabile dell’Economia, «l’insicurezza che dá il trascinarsi di un problema irrisolto danneggia l’economia. Una certa difficoltá a riconoscere questo dato di fatto non caratterizza la generalitá della popolazione o delle imprese, ma si trova piuttosto in qualche strato intermedio di interessi costituiti. Anche il privilegio e l’inefficienza hanno la loro constituency. Ma non è l’interesse generale».
Quanto poi alla possibilitá di una rinegoziazione con Bruxelles del percorso di rientro del deficit al di sotto del 3%, il ministro dell’Economia sottolinea che «non è una questione tanto importante come si ritiene e, comunque, non può essere irsolta adesso. Non conosciamo infatti il tendenziale del 2007 e del 2008 e non sappiamo, dunque, quanto si debba fare per scendere sotto il 3%. Il vero punto- afferma- è che siamo tenuti ad approvare giá entro quest’anno il complesso delle correzioni che ci porteranno sotto il 3% senza bisogno di ulteriori interventi. La soluzione politica va trovata e va tradotta in legge. E il processo deve coinvolgere Governo, Parlamento, parti sociali, governi locali».

 

 

 

MANOVRA-BIS – Sulle misure da assumere nella manovra di correzione, «oggi – precisa Padoa-Schioppa- non conosciamo ancora l’entitá complessiva dell’intervento. Nè abbiamo determinato come distribuirlo tra minori spese e maggiori entrate. Non credo di possa operare solo su una delle due componenti. L’ho detto all’Ecofin di Lussemburgo: nessuna strada è esclusa, nessuna è stata imboccata».