Il presidente del Senato sbaglia, e poi il dualismo laici-cattolici non esiste più. Dal Corriere della Sera del 23 agosto 2005, pag. 9 di Paolo Conti
ROMA .Meticciato? Ma se l’intera Europa come la conosciamo è “meticcia”! Tutto questo è la sua forza, la sua ricchezza. La cultura europea fu a lungo tributaria anche di quella araba. Una pausa, e una risata: “Ricordo a Pera che usiamo la numerazione araba, non più quella romana. E poi pensiamo ai celti e ai normanni… E a Camus che, proprio in quanto francese, si sentiva algerino. Marco Pannella è a Merano per riposarsi e per sottoporsi in pace ad alcune complesse cure dentistiche. Ed ha commentato in diretta, domenica sera, su Radio Radicale il discorso di Pera: Roma, Gerusalemme e Atene, dice il presidente del Senato. L’Europa di oggi nasce certamente mediterranea. Quindi egizia, greca, romana, cristiana e bizantina, cresce poi cattolica e cristiano riformata, rinascimentale, copernicana, galileiana, laica, liberale. Col suo carico di orrori, i peggiori che l’umanità abbia prodotto, fino alla Shoah. Pannella è come sempre un fiume in piena, la contestazione a Pera è adeguatamente articolata. E’ ironicamente giocata sui principii come plurale di principio e su Principi, come plurale di Principe: V’è una sincerita autobiografica,
in Pera, che occorre comprendere. Per lui la religione è custode e maestra di etica, di principii mentre politica e laicità ne possono solo recepire e servire il Magistero, il potere anche mondano in cui si incarna nella storia. Così si può comprendere meglio la sua carriera politica. Il suo continuo adeguarsi a principii che in lui principiano sempre e non si fermano mai per lasciar posto ai successivi.
C’è dunque pronto un bel paragone pannelliano: La sua non “ingenua”, come Pera definisce la tolleranza, ma furba ricerca di Prìncipi è ben diversa da quella di Giuliano Ferrara die ne vuole essere ispiratore, consigliere, grande capitano di ventura… Il suo essere repentinamente giunto alla seconda carica della Repubblica italiana in rappresentanza di una Casa delle Libertà liberale, laica, riformatrice ne riprova il carattere di Controriforma continua. E’ la storia d’Italia secondo Benedetto
Croce: l’unico Paese che produce controriforme senza mai conoscere la Riforma”. Il giudizio conclusivo di Pannella su Pera? A Rimini ha proseguito la sua operazione personale di potere, di stampo trasformista, tanto legittima quanto istruttiva. Mentre piuttosto sgangherata me ne spiace mi è parsa la sua “lectio magistralis”. Un misto di sanfedismo lontano dal reazionarismo feroce ed elegante di un De Maistre e di uno sciovinismo pseudoeuropeo-occidentale più rozzo di quello che fu della sciagurata ‘action française” di Charles Maurras”.
Quindi Pera sbaglia sul meticciato? “Quando Roma estese il “cives
romanus sum” alle popolazioni italiche e un po’ ovunque ci fu senz’altro qualche senatore che si oppose con argomentazioni con la stessa elevatezza spirituale e politica. Ma della sua esistenza non resta traccia”. L’errore di Pera, sostiene il leader radicale, è anche nella contrapposizione laici credenti.Una dualità ormai antropologicamente, prima ancora che culturalmente, inservibile. Oggi la laicità per le grandi masse popolari del mondo è un connotato già ormai istintivo, vivente delle coscienze religiose. Così come la religiosità è un connotato patente e vivo della religione laica della libertà, delle coscienze laiche”.
Il presidente del Senato insiste molto sul tema dei “credenti”. Che ne dice, Pannella? “Noto che Pera ha sempre parlato di “credenti”, non ha mai pronunciato la parola “cristiani” per comprensibile pudicizia… I “credenti” di Pera sono ben strani. I credenti islamici, infatti, ci stanno facendo una guerra di religione” e se a noi credenti ‘occidentali” giudeo-cristiani-teocon va male, dobbiamo fare la guerra anche noi, così andrà bene. Mi chiedo se davvero Pera conosca il suo Popper, maestro liberale della Società aperta che ha dedicato anni della sua vita alla riflessione sulla nonviolenza, inprimo luogo gandhiana. E se ignori del tutto quel Partito radicale transnazionale, unico soggetto politico che da decenni pratica la nonviolenza politica, che il nostro caro Marcello ha avuto e ha sotto gli occhi e in cui per un po’ e stato perfino di casa.
Giovanni Sabbatucci sostiene che le dichiarazioni di Pera vanno ricercate nella crisi di un centrodestra che ora gioca sui valori classici. D’accordo con Sabbatucci. Così come sono d’accordo con Gian Enrico Rusconi. E perfino con Massimo Cacciari che ha commentato in modo fino a oggi insuperato ciò che hanno detto sia Ratzinger che Pera. Una perfetta risposta laica e liberale soprattutto a quel Marcello Pera che sembra pretendere di voler dare accentuazioni ortodosse perfino a Joseph Ratzinger.