RADICALI ROMA

Pannella, anche la Camera boccia il «Salva Rosa»

  Ha sospeso lo sciopero della sete ed è ingrassato, in un solo giorno, di 5 chili. Ma Marco Pannella è deluso e arrabbiato: dopo il Senato, ieri mattina anche la Camera ha bocciato la mozione che avrebbe consentito alla Rosa nel Pugno di presentarsi alle politiche senza raccogliere le firme, così come fanno i partiti con i simboli già presenti in Parlamento. Una sconfitta di misura: per appena 11 voti. E così ora il leader radicale se la prende con tutti quelli che hanno remato contro. Certo, prima di tutto il governo e la maggioranza che hanno votato “no” al provvedimento. Ma anche il centrosinistra che, pur votando «sì» e sostenendolo, ha fatto mancare quelle presenze che avrebbero potuto far passare la mozione.

 

 

 

 L’affondo di Pannella comincia a Radio Radicale: «E’ arrivato il momento di celebrare il trionfo dell’Unione, autrice principale del massacro della politica di ieri e di oggi, della sua stessa politica e della Rosa nel Pugno: a voi la scelta e la corresponsabilità di ciò che è accaduto». Uno «sgambetto» parlamentare, così come lo definisce. Alleati, quindi, sotto tiro del leader radicale, ma non così tanto da rompere il patto elettorale: «Non schioderemo in nessun modo fino al nove aprile e anche dopo». Con mille altre forme di lotta. La prima, dopo il congresso della Rosa del Pugno, si terrà a partire da domenica con «un satyagraha, uno sciopero della fame di due giorni al quale hanno aderito anche seicento detenuti del carcere romano di Rebibbia». E poi c’è la battaglia radiotelevisiva avviata ieri notte con la presenza dello stesso Pannella a Primo Piano del Tg3 e all’Incudine di Claudio Martelli mentre questa mattina parlerà dai microfoni di Radio Anch’io.

 

 

 

 Ieri in aula, a difendere la mozione pannelliana è stato soprattutto il capogruppo della Margherita Pierluigi Castagnetti: «Con Pannella si può essere d’accordo come si può non esserlo e io spesso non lo sono stato, ma questo non mi ostacola nel valutare il valore della sua iniziativa che non può colpire per il significato di lotta civile che ne è propria». A favore della Rosa nel Pugno sono intervenuti anche Graziella Mascia (Prc), Antonio Oricchio (Udeur), Roberto Giachetti (Dl) e il diessino Carlo Leoni. Nessun intervento invece per la maggioranza, eccetto quello del sottosegretario all’Interno Michele Saponara (Forza Italia), contrario alla mozione.

 

 

 

 Risultato della seduta straordinaria richiesta da 245 deputati: 211 «sì», 222 «no» e un astenuto (Giuseppe Cossiga di Forza Italia). Di conseguenza ora la Rosa nel Pugno dovrà raccogliere le firme per presentarsi alle prossime politiche e «bloccare», prima degli altri partiti, i suoi candidati. Ma è lo scarto di appena 11 voti che fa andare su tutte le furie socialisti e radicali. Nei Ds mancavano 23 deputati su 129, nella Margherita 15 su 80, nel Prc 2 su 12. Ma è nei partiti più piccoli dell’Unione che spiccavano le assenze: su 7 Verdi a votare c’era un solo deputato (Marco Boato) mentre nell’Udeur ne mancavano 7 su 13. Commenta il leader dello Sdi Enrico Boselli: «Ognuno faccia l’esame di coscienza: se ci fosse stata maggiore convinzione avremmo vinto».