Raggiungere, entro il mese di febbraio, i cinquemila iscritti: è questo l’obiettivo dei radicali italiani, già indicato dal Consiglio generale del Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito e ribadito nella mozione approvata dal Comitato nazionale al termine di una tre giorni di lavori. I cinquemila iscritti, sottolinea il documento, dei quali 300 parlamentari non italiani e 100 italiani rappresentano la «condizione minima, necessaria ma certo non sufficiente per proseguire l’iniziativa politica radicale, nazionale e transnazionale e creare le basi per ipotizzare quel vero e proprio salto di qualità che susciti l’adesione di molte decine, centinaia di migliaia di nuove iscrizioni di persone che, riconoscendosi nella storia e nelle lotte radicali, impediscano che questo patrimonio politico venga disperso, e consentano a tutti i soggetti dell’area radicale di proseguire con maggiore e più adeguata forza». È la giustizia la prima e più grave emergenza del paese secondo Pannella, «il massimo problema istituzionale e sociale». «Non una sola manifestazione di massa sulla giustizia. Ma che c… di sinistra è?», urla dal palco tra gli applausi del popolo radicale. Attacca la sinistra, che ha fatto manifestazioni per la Tav e contro l’ampliamento della base Usa di Vicenza, ma nulla sulla giustizia.