«Siamo fieri di aver potuto realizzare in modo ineccepibile un percorso che sembrava impossibile. Da un lato Piergiorgio apparentemente non voleva sentire ragioni: “si deve fare questo”. Dall’altro lato, cercava di percorrere le vie della legalità formale nel nostro Paese». Così Marco Pannella, nella conferenza stampa indetta dall’Associazione Luca Coscioni ha commentato la morte di Piergiorgio Welby, avvenuta mercoledì sera alle 23,59 a causa di un arresto cardiorespiratorio subentrato parallelamente in seguito alla sospensione della ventilazione artificiale e alla, sedazione, un cocktail farmacologico. Welby è morto «dieci mesi dopo Luca Coscioni ha detto Pannella dando l’annuncio ieri mattina alle 7,30 dai microfoni di Radio Radicale. Alla domanda “perché ora”, nella conferenza stampa con i giornalisti cui ha partecipato anche il medico anestesista e rianimatore all’ospedale di Cremona Mario Riccio, che ha praticato l’anestesia, è stato risposto: «Welby ha deciso che fosse arrivata l’ora. Sono stati 88 giorni di confronto difficile ma risolto in una decisione comune a servizio della sua scelta e di quella della sua famiglia. Ma la scelta è stata sua».
Dal punto di vista penale, è stato aggiunto da Riccio, «non vi sono rischi se non come nel “Processo” di Kafka. In termini giuridici ei auguriamo ora che non succeda nulla. Era doveroso interrompere questa violenza contro il corpo di Welby. Non era una scelta – ha scandito – regolata dai tempi della politica o della magistratura».
Welby, è stato detto ancora in conferenza stampa, «non ha lasciato un ultimo messaggio. Le sue ultime parole sono state quelle che ha lasciato a ciascuno di noi, a Mina e Carla. Saranno loro a scegliere quando e se renderle note». ConiWelby, al momento dell’addio, c’erano la sua famiglia, in primis la moglie Mina e la sorella Carla, e alcuni amici “passati a salutarlo a casa”.
Si chiudono così 88 giorni di sofferenza, durante i quali Piergiorgio Welby aveva detto: “Devo concentrarmi sulla mia morte, è la prima volta che muoio”. È «uno degli ultimi quadri che ha dipinto», è stato detto durante l’affollata conferenza a Montecitorio. Sempre Pannella ha fatto sapere: «Fino all’ultimoo momento, quando mi ha abbracciato, ha detto: “Vecchio bestione”. Era il momento del saluto. Per me questa persona è un confronto». Perciò, ha proseguito Pannella «contro il feticismo, abbiamo realizzato questo percorso per tutti coloro che sono costretti a vivere come una vergogna il conquistare la morte naturale senza accanimenti contro la naturalità del vivere possibile, che va tutelato».
«Invito a leggere – ha proseguito Pannella – i saggi di De Martino, degli anni ’50, sulla differenza tra superstizione e religiosità. Non c’è una famiglia del nostro Paese – ha incalzato il leader radicale – che abbia vissuto eventi luttuosi, che non dica al dottore: “Facciamolo soffrire il meno possibile” o che non chiede: “se proprio non c’è nulla da fare, fatelo soffrire il meno possibile”».