RADICALI ROMA

Pannella non vuole restare a digiuno

  Oggi, alle ore 11,30, “davanti al Tribunale civile di Roma, Prima sezione, giudice dottoressa Mangano, si terrà l’udienza per la discussione del ricorso d’urgenza ex articolo 700 del Codice di procedura civile, proposto da Marco Pannella contro i Ds, la Margherita ed il Comitato 14 ottobre, per l’esclusione della sua candidatura alla carica di segretario nazionale del Partito democratico”. Lo ha reso noto ieri l’ufficio stampa dei Radicali italiani. Prosegue, intanto, la campagna dei candidati ammessi. Tasse, sicurezza, la natura del nuovo Partito democratico, alleanze future: questi alcuni degli argomenti affrontati alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia da Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Letta ha spiegato il perché della sua candidatura affermando che “le primarie sono una grande occasione per rivoltare una situazione di deriva della politica italiana. Oggi i partiti sono personalizzati, a destra come a sinistra. Si accusa sempre Forza Italia e Berlusconi, ma tutta la politica si è ‘berlusconizzata’. La mia opinione è che il Partito democratico, a partire dalla primarie, non debba correre questo rischio. Avrebbe avuto senso un candidato unico? Credo di no. Con questa competizione ci stiamo ‘scatenando’, riacquistando il centro della scena politica italiana che, anche per colpa nostra, avevamo perso”. Altro tema, il cambiamento della politica e l’incapacità del Paese di rinnovare le classi dirigenti e di favorire l’ingresso di forze diverse. Riferendosi al futuro partito, Letta ha parlato della necessità di trasparenza: “Come decidere, ad esempio, i segretari regionali del partito? Possono venire nominati dall’alto, da Roma, o possiamo essere un partito dei territori e delle autonomie, che decide i propri rappresentanti sul territorio. E la struttura nazionale sarà la sintesi di queste scelte. Io preferisco questa logica orizzontale, soprattutto al Nord sarà una chiave fondamentale”. In vista delle primarie, il sottosegretario non ha risparmiato critiche alla scelta del contributo di cinque euro per i votanti: “Perché si continua con questa stupidaggine? E’ una regola che va cambiata, siamo in tempo per farlo. Un euro, come nelle scorse primarie, andava bene”. Si è poi passati all’attualità, al dibattito sulle tasse e alle frizioni fra il governo e Veltroni. “Quando stringiamo il dibattito agli avvenimenti del giorno facciamo del male al partito che stiamo costruendo – ha detto ancora Enrico Letta -. Perché farci del male parlando di queste cose? Questa Finanziaria è stata molto pesante, era necessario per risistemare le cose. Le cose difficili, nei paesi normali, si fanno tutte e subito. Ora i conti sono a posto e dobbiamo arrivare ad una Finanziaria leggera che ci riporti alla normalità. Discutere se tagliare le spese o le tasse è come parlare dell’uovo e della gallina, non lo capisco”. Sulle possibili divisioni in correnti del nuovo partito, Letta ha sottolineato: “Se il Partito democratico si organizza in correnti di ex, tanto vale non farlo. Se per contare fai pesare il passato, vuol dire che sul futuro hai poco da dire. Io sono un candidato del melting pot, del mettere assieme, non degli ex. E le storie passate, lunghe, non scompariranno. Di sicuro non la mia, la tengo nel cuore”. Circa l’ipotesi di nuove alleanze, il candidato alla segreteria del Pd ha tra l’altro criticato la proposta nei giorni scorsi avanzata da Francesco Rutelli, “visto che non si è candidato (e poi ha chiamato la sua iniziativa ‘dei coraggiosi’: il coraggio è di chi si candida). La prova del nove per noi è governare con questa alleanza. L’accordo sulle pensioni è stato costruito da tutto il governo e porta cento notizie buone per i più deboli, per i pensionati come per i ragazzi che iniziano a lavorare oggi”.