RADICALI ROMA

Pannella: oggi una breve interruzione dello sciopero totale della fame e della sete (che deve continuare), per tre motivi

LO SCIOPERO DEVE CONTINUARE MA LO SOSPENDERO’ UN ATTIMO ALLE 12, BRINDERO’ CON DUE SPREMUTE DI ARANCIO, “AL GIUDICE CHE C’E’ A ROMA” NICOLA MARVULLI, E A LEONARDO SCIASCIA, A VASCO ROSSI, E CON LUI A FABRIZIO DE ANDRE’ E A LUCIO BATTISTI. PER FINIRE, ALLA ROSA NEL PUGNO, ALLE COLLEGHE E AI COLLEGHI PARLAMENTARI DELL’AUTOCONVOCAZIONE IN CORSO DI SENATO E DI CAMERA.

ALLE 12 IN VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 – ROMA SARO’ A DISPOSIZIONE DEI GIORNALISTI ANCHE PER RISPONDERE ALLE LORO DOMANDE.


“Un grande, assolutamente straordinario Evento si è ieri verificato; trasmesso e ritrasmesso stanotte da Radio Radicale: la relazione pronunciata dal Primo Presidente della Corte di Cassazione Nicola Marvulli.

C’è, eccome “un giudice a Roma”, c’è un giudice in Italia!
L’annuncio a tutti, annuncio di liberazione e di rinascita per tutti i giudici, per la giustizia italiana. Dobbiamo affiggerla ovunque questa relazione, ha ripreso evidenza e corpo e parola quel che sembrava irrimediabilmente perso, spento. Era invece brace, sotto la cenere, e ieri, ora ancora, torna ad esser fiamma, luce. Onoriamola. E’ un annuncio fatto a tutti noi, colpevoli per debolezza di denegate giustizie, alla magistratura e alla politica responsabili di denegata giustizia, di iniquità continua. Leonardo Sciascia torna a risuonare nella lingua del suo paese.

Il secondo evento lo dobbiamo a Vasco, Blasco Rossi: compagno e coautore della nostra lunga, sempre futura vita spericolata, appassionata, drammaticamente libera e feconda, autore del suo canto, della sua musica, del ritrovarsi di un popolo immenso altrimenti altrove e frantumato, atomizzato. Il dottore honoris causa Vasco Rossi mi ha ieri sera, per la proprietà transitiva degli eventi, dottore, cantore nella forza dura di grande canto, della poesia, della musica di oggi, della unità popolare che scopre e salda in tanti e in ciascuno pe ralmeno due generazioni, sentimenti, risentimenti, speranze di libertà, di liberazioni, di umanità.
Giunge poi a sera il terzo evento: l’annuncio della decisione di autoconvocazione della Camera e del Senato, in corso di attuazione in queste ore. Dunque s’è concepito in queste ore il nuovo possibile, l’impossibile per quasi tutti di anti’ieri e di ieri mattina. Lo dobbiamo alla Rosa nel Pugno, e alla forza della sua esistenza, che è espressione della resistenza democratica e legalitaria dei parlamentari che la richiederanno, che l’hanno richiesta.

Sono spossato, ho bisogno solo di un’ora, due di riposo. Ma è tornata, ieri, a manifestarsi, sembra, la vita del diritto, e – quindi – anche il mio – e di tutti – diritto alla vita.
Lo sciopero della sete e della fame è necessario che continui per aiutare, per dar tempo al manifestarsi della resistenza e della volontà comune a superare l’errore che sembrava irrimediabilmente compiuto.
Ma oggi, alle 12 in Via di Torre Argentina, 76 – Roma, brinderò con due spremute di arancio, un bicchiere in onore e ringraziamento al Primo Presidente della Corte di Cassazione. Ed a Leonardo Sciascia.
Un secondo bicchiere brinderò al grande mio compagno al grande Vasco Rossi a tutte e tutti coloro che lo amano e che lui ama e, con lui, a Fabrizio de Andrè ed a Lucio Battisti.
Il terzo, per il più ardente, e ora necessario, destinatario della pausa di un attimo della mia sete: la Rosa nel Pugno e gli autoconvocatori di Camera e Senato. Quando le firme saranno materialmente raggiunte, quelle necessarie sia alla Camera che al Senato, potremo cominciare a riflettere e decidere sul grande Satyagrha nel qual immettere i risultati di questo troppo duro dialogo con il potere cui sono costretto dall’essere libero e vivo”.