Torno a chiedere al Governo Italiano – come ho già fatto al momento della prima condanna a morte del dittatore irakeno – di impegnarsi subito e seriamente per scongiurare l’esecuzione immediata di Saddam Hussein. Se ciò accadesse il governo irakeno compirebbe un atto infame, degno di quelli che furono propri di Saddam Hussein stesso, indegno di un paese civile e democratico.
Nel 2003, malgrado il voto ad ampissima maggioranza del Parlamento italiano volto a porre l’esilio di Saddam Hussein come alternativa alla guerra , per un Irak libero, Governo e Opposizione italiani non onorarono quella decisione vitale. Saddam conobbe quella nostra iniziativa. Potrebbe ricordarla con riconoscenza e essersi pentito di non averla accolta. in tal caso, proprio saddam hussein vivo potrebbe oltretutto rivelarsi strumento insostituibile e unico di pacificazione e di delegittimazione dell’esercito di bande assassine che compie oggi impunemente stragi continue delle popolazioni irakene.
Si presenta una straordinaria occasione per far esplodere letteralmente nel cuore del Medio Oriente e nel mondo, un grande atto di pace, un grande dibattito nei popoli e nelle coscienze, lo scandalo della nonviolenza come alternativa alle dittature e alla guerra, guerra che più che mai incombe oggi sull’umanità intera.
Chiedo al Governo Italiano di sostenere la mobilitazione nonviolenta di “Nessuno Tocchi Caino” e del Partito Radicale Transnazionale, in vista del Primo Satyagraha Mondiale per la Pace, mobilitazione che ha come obiettivo la difesa della vita di Saddam e la richiesta all’ONU di deliberare la moratoria della pena di morte.
Personalmente ribadisco la mia offerta di recarmi immediatamente a Baghdad e ovunque mi sia possibile, per ottenere la grazia della conversione della pena di morte per Saddam Hussein in quella di trent’anni di reclusione.
A TAL FINE INIZIO DA STASERA UNO SCIOPERO DELLA SETE E DELLA FAME.