Il «pressing» dei radicali sull’Unione incomincia fin dal primo giorno del 2006, l’anno nel quale Romano Prodi potrebbe – in base ai sondaggi e ai voti delle Regionali 2005 – tornare a Palazzo Chigi. E così Marco Pannella, dopo aver costretto tanti leader del centrosinistra a sfilare per le vie di Roma la mattina di Natale, anche a Capodanno interviene dai microfoni di Radio Radicale per dettare le sue proposte ai nuovi alleati della «Rosa nel pugno»: Emma Bonino al Quirinale o per lo meno alla Farnesina, e subito un «governo-ombra». Con la garanzia assoluta, offerta in cambio, di essere comunque accanto al Professore gli «ultimi giapponesi» che difenderanno il suo governo, in caso di vittoria, nonostante la pessima legge elettorale.
Pannella, che in realtà nel 1999 non parve essere tra i principali sostenitori della campagna «Emma for President» – quando nel marzo l’allora Commissaria europea si presentò per la prima volta come candidata «palese» al Quirinale – ci riprova in diretta dai microfoni della radio di partito: «Io per esempio posso assumermi la responsabilità di dire che per me andrebbe molto bene per la presidenza della Repubblica, Emma Bonino. In subordine, aggiungo, andrebbe bene come ministro degli Esteri. Discutiamone, parliamone». Ma non è soltanto questo, che preme al leader di tante battaglie. Continua a pungolare Prodi, chiedendogli prese di posizione nette. Così sul provvedimento di clemenza per i detenuti, che è in testa ai suoi pensieri, spiega: «Non puoi venire oggi a parlarci di ”indulto graduato”. E non possiamo accettare che solo l’indulto e l’amnistia siano graduati», ma anche le proposte su economia e politica estera.
E poi l’altra proposta: il governo ombra per gli ultimi mesi della legislatura. «Il 9 aprile – dice rivolgendosi a Prodi nel suo filo diretto a Radio Radicale – sono per la tua vittoria e per la sconfitta del tuo concorrente, sono per l’alternanza prodiana al governo berlusconiano, sono anche tra i pochi, caro Romano, che da tempo sostiene che dopo questa legge infame – dato che avremo sicuramente crisi costanti – io sarei l’ultimo giapponese a difenderti, anche se so quanto tu sia diverso da noi radicali». E dunque quello della Rosa nel Pugno nell’Unione «è un impegno che potrà divenire impegno vincente se in questa fase voleremo alto, parleremo chiaro, se magari avrai il coraggio di tentare il governo ombra o qualcosa di simile».
Pannella ha poi parlato del futuro del nuovo soggetto politico nato il 19 novembre. «La Rosa nel pugno o torna subito ad esplodere, deflagrare, dalla e nella sinistra, oppure è destinata a brevissimo termine ad implodere, a divenire subalterna, appendice e vittima del monopartitismo imperfetto, dell’oligarchia partitocratica e mafiosa in uno Stato impotente».
Difficile dire oggi se la ri-candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Repubblica per il «dopo-Ciampi» assumerà le stesse caratteristiche della campagna di sette anni fa, quando per lei firmarono un migliaio di rappresentanti della società civile e quando i sondaggi della Swg davano la commissaria Ue in testa alle preferenze degli italiani. Aveva appena preso l’8 per cento alle Europee. I Ds allora si opposero. Nel 2006 dovranno stare attenti.