L’happening sui Pacs però non ci sarà. «Il confronto l’abbiamo già avuto, le unioni di fatto sono un tema importante, certo, ma ora ci sono questioni economiche e sociali a cui pensare», ha risposto Bertinotti declinando l’invito. «Non possiamo fare una campagna monotematica». Non è per via degli attacchi raccolti nella comunità gay l’altro giorno. Su cui si sofferma il trotzkista Marco Ferrando, depennato dalle liste di Rifondazione: «Contestazioni giuste. L’alleanza di governo con Rutelli ha imposto il suo prezzo: cedere alle pressioni vaticane». Non la vede così Bertinotti, accusato di aver ceduto al compromesso: «Critiche interlocutorie, la maggior parte. Quanto a Pannella, il dibattito era aperto, poteva intervenire».
Non fissiamoci sui Pacs, dice, perché «dobbiamo mostrare agli elettori un’alternativa di società, che è complessa. E dunque occorre che occupazione e scuola tornino protagonisti». Per il leader di Rifondazione è tempo «di un Risorgimento del Lavoro oppresso da 20 anni». E sui rapporti difficili con la Rosa nel Pugno osserva: «Per loro è un elemento distintivo fare una campagna elettorale monotematica. Tuttavia si può essere diversi eppure complementari, senza polarizzare artificialmente le nostre differenze». Non è Pannella, comunque, il suo problema: «Dentro l’Unione la vera sfida per me sono le tentazioni neocentriste di Rutelli e della Margherita che pure sono necessari alla coalizione».
Non si pacifica Daniele Capezzone, segretario dei Radicali: «Fausto ricade nel vizio marxista di distinguere tra tematiche strutturali e sovrastrutturali, non si è ancora emancipato dal vecchio Pci. Dire che i Pacs sono secondari è nascondersi dietro ad un dito». Sulla Bonino: «Se con lei si fossero alzati dal tavolo tutti quelli che si dicono a favore dei Pacs, Mastella e Rutelli sarebbero andati in minoranza, altro che. E invece Fassino, Diliberto, Bertinotti e Pecoraro Scanio si sono piegati e ora si imbarazzano». In un sondaggio con 12.000 votanti sul sito gay.it, ci tiene a dire, la Rosa nel Pugno è il primo partito. Chiude le ostilità Vladimir Luxuria, candidata del Prc: «Capisco la delusione del mondo gay, ma non appoggiare il centrosinistra per ripicca è aver perso la ragione». E alla Rosa nel Pugno ricorda: «Quel compromesso lo avete firmato anche voi».