RADICALI ROMA

Parlamento europeo, no alla pena di morte

  L’Europarlamento appoggia la linea italiana di proporre alle Nazioni Unite una moratoria internazionale della pena di morte. E chiede ai governi eu­ropei di schierarsi compatti per ottenere rapidamente questo non facile obiettivo, contrastato in Europa dal governo britannico per non mettere in difficoltà il presi­dente degli Stati Uniti, George Bush, principale sosteni­tore mondiale delle esecuzioni capitali.

 

 

 

I maggiori gruppi dell’Europarlamento, Ppe, Pse, libe­rali, Sinistre e Verdi, hanno consolidato una maggioran­za di ben 591 voti favorevoli alla moratoria della pena di morte (solo 45 i contrari e 31 gli astenuti). Dall’Aula di Bruxelles parte così un chiaro segnale politico, che può mettere in imbarazzo il governo di Tony Blair, criticato anche da numerosi euro­deputati britannici, convinti che questa posizione fi­lo-Usa del premier di Lon­dra non sia condivisa dalla maggioranza dei cittadini del Regno Unito.

 

 

 

I membri dell’Assemblea elettiva dell’Ue sono ritorna­ti a sostenere la campagna contro la pena di morte sull’onda delle reazioni emozio­nali provocate nell’opinione pubblica dallo «sfruttamento mediatico» dell’impicca­gione dell’ex dittatore iracheno Saddam Hussein. In passato si sono spesso pronunciati contro le esecuzioni capitali. La mozione approvata a Bruxelles rafforza an­che l’iniziativa della presidenza tedesca di turno del Consiglio dell’Unione europea, che ha condivido la pro­posta del governo Prodi e ha annunciato di voler soste­nere la moratoria internazionale della pena di morte alle Nazioni Unite per conto dell’Europa. La cancelliera tede­sca Angela Merkel e il presidente francese Jacques Chi-rac, in occasione dell’apertura a Parigi del Congresso contro la pena di morte, hanno ribadito il loro impegno sull’argomento e di voler incoraggiare i Paesi interessati a tramutare le pene capitali in ergastolo.