RADICALI ROMA

Parola d'ordine: vita più facile per le pmi

 rapporti tra start up e pubblica amministrazione si stanno rivelando un tema sempre più interessante per la politica, ma nessuno dei protagonisti vuole rischiare l’ingorgo istituzionale. Così tra Pierluigi Bersani, ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Nicolais, ministro senza portafoglio per l’Innovazione nella pubblica amministrazione e Daniele Capezzone, primo firmatario e relatore della proposta di legge “fare impresa in sette giorni”, si sta definendo una mediazione ragionevole.

 

 

 

 Nicolais preparerà un disegno di legge di semplificazione generale dei controlli amministrativi riguardante tutti i cittadini, nel quale dovranno trovare risposta anche certe istanze specifiche, sollecitate dalla Confederazione nazionale dell’artigianato e delle piccole imprese. Bersani sarà invece il regista di una nuova, costituenda “sede di concertazione”, dalla quale dovrà uscire un megadisegno di legge pro-imprese da far impallidire, per innovazione e completezza d’intervento, la normativa del passato governo sulla competitività e sullo sportello unico per le imprese.

 

 

 

 Nel frattempo la Camera andrà avanti con l’articolato specificamente riguardante il decollo rapido delle imprese, metabolizzando anche alcune integrazioni che verranno proprio dai due ministri della partita. E a questo fine sarà Nicolais a ricevere il primo invilo a un’audizione parlamentare sul tema della semplificazione per le start up. Ciò è quanto è emerso nei contatti che hanno preceduto le due prime sedute operative della commissione attività produttive del 13 e 14 settembre scorsi, e che gli interventi in aula hanno confermato. Compreso quello di Paolo Giaretta, il sottosegretario inviato da Bersani appunto per delineare bene i confini degli orti di competenza ed evitare quindi invasioni nel terreno altrui, politicamente sempre pericolose. Tanto che, proprio con i buoni uffici di Giaretta e, in definitiva di Bersani, per il pdl “fare impresa in sette giorni” il governo potrebbe chiede re la corsia preferenziale nell’ iter parlamentare.

 

 

 

 I primi risultati pratici di questa entente cordiale si dovrebbero vedere già a partire dalla metà di questa settimana, quando dovrebbe essere audito Nicolais e dovrebbero anche essere impostate alcune, non invasive, proposte di emendamento al testo Capezzone. Si parla, per esempio, di accorciare i tempi di risposta dell’amministrazione pubblica nei casi in cui quest’ultima metta in stand by l’impresa chiedendole ulteriori informazioni e documenti (e condizionandone di fatto l’effettivo decollo alla conclusione di questa istruttoria complementare). L’intento delle organizzazioni imprenditoriali è di ridurre a 30 giorni questo tempo di attesa a fondo pista con i motori accesi, mentre nel testo di Capezzone si parla di 90 giorni che molti uffici della pubblica amministrazione considerano già un tempo di risposta nettamente troppo breve.

 

 

 

 Sempre in questa settimana, nel consiglio dei ministri di venerdì 22, Nicolais cercherà di ottenere via libera anche per il suo ddl sulla semplificazione erga omnes. Tra i provvedimenti in grado di catturare consensi tra le piccole imprese ce ne sono alcuni riguardanti la sicurezza. Oggi in nessun garage, magazzino o capannone industriale si muove un mattone senza il timbro tondo dei vigili del fuoco. Nel dossier che il ministro Nicolais porterà a palazzo Chigi si parla di trasferire la responsabilità del rispetto delle norme antincendio (con relativa certificazione di agibilità) sui direttori dei lavori, già titolari della responsabilità di controllo sulle innovazioni relative a opere edili soggette a concessione edilizia. Un’altra proposta che Nicolais porta in cdm riguarda le imprese soggette a una serie di adempimenti paralleli a quelli riguardanti la certificazione Uni. Potranno essere gli stessi enti certificatori dei parametri Uni a valutare anche gli adempimenti complementari.

 

 

 

 In commissione Attività produttive si incomincia anche a pedalare sul progetto di legge sul “marchio 100% Italia”. Anche in questo caso non si vuole inciampare in gaffe istituzionali. Così prima di sentire Confindustria, Confapi, Confartigianato e Cna verrà auudito il capo della rappresentanza per l’italia della Commissione dell’Unione europea. “L’altolà subito dal pdl sullo stesso tema, presentato nella passata legislatura, questa volta si dovrebbe evitare”, almeno così spera il relatore Ludovico Vico (unione). E al Senato? Il risveglio auttunnale sembra ancora tardare. L’avvio delle procedure nelle commissioni per dare inizio alle discussioni su concreti disegni di legge è stato rimandato di una settimana.