“Le reazioni alla proposta del Ministro Bonino sull’equiparazione dell’età pensionabile per uomini e donne sono a nostro avviso alquanto sconcertanti: alla rabbia delle operaie metalmeccaniche fanno seguito le dure prese di posizione della sinistra massimalista e i silenzi istituzionali.
Alle sette operaie Lear abbiamo risposto con una lettera – in allegato – nella quale abbiamo espresso tutta la nostra comprensione per la loro situazione disagiata rientrante nella categoria dei lavori usuranti, situazione che pertanto deve essere adeguatamente regolata non perché ha al centro delle donne, ma in base al duro lavoro da queste ultime espletato per una vita. Inoltre nella risposta chiariamo bene il nostro punto di vista sull’equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna: vogliamo poterci realizzare nel lavoro nella stessa misura in cui ciò viene permesso agli uomini, senza essere costrette a rinunciarvi per esigenze familiari causate solo ed esclusivamente dall’assenza di un welfare adeguato.”
“Purtroppo” continua la nota “l’accordo raggiunto questa notte tra Governo e sindacati ha completamente eluso la questione e ciò non è più ammissibile: le donne non possono più esser considerate dei tappabuchi in grado di sanare le carenze dei servizi sociali, hanno diritto alla loro soddisfazione professionale proprio come gli uomini e lo Stato ha il dovere di eliminare gli ostacoli che ostruiscono tale realizzazione.”
“Le dichiarazioni di Giuliana Benetton a favore dell’equiparazione dell’età pensionabile ci confortano” conclude la nota “ma vorremmo leggere sui quotidiani anche le dichiarazioni di tutte quelle commesse, negozianti, impiegate, maestre d’asilo che considerano il proprio lavoro come occupazione e motivo di realizzazione, piuttosto che preoccupazione e causa di angosce.qualcuna sta dalla nostra parte? Scriveteci a equiparare@yahoo.it”