E’ guerra del Vaticano contro l’aborto farmacologico. Il Comitato etico regionale del Piemonte dà il via libera alla ripresa della sperimentazione all’ospedale Sant’Anna di Torino e “l’Osservatore Romano” parte con un attacco durissimo all’uso della pillola RU486. “Si tratta di un omicidio”, proclama l’organo della Santa Sede. “Si è ormai arrivati ad un tale oscuramento delle coscienze, incalza “l’Osservatore”, da ritenere atto di libertà l’uccidere il più indifeso degli innocenti”. Il giornale vaticano si abbandona ad un’escalation inarrestabile: “Ancora una volta la scienza viene messa al servizio della morte. Si vuole che l’aborto diventi sempre più facile contraccezione”.
Sotto il pungolo dell’ “Osservatore” sono seguite dichiarazioni del mondo cattolico per demonizzare una pratica del tutto legale, tesa semmai a rendere meno traumatica dal punto di vista fisico l’interruzione di gravidanza. L’aborto è un “crimine”, ricorda il bioetica Antonio Spagnolo dell’Università cattolica di Roma. Per don Emilio Silvestrini, già segretario della Pontificia Accademia per la vita, i medici “devono fare obiezione di coscienza”. Da parte sua il cardinale Paletto di Torino ha sempre sostenuto che si tratta di una “scelta luttuosa”, mentre il vescovo di Aosta, monsignor Anfossi, responsabile della commissione famiglia per la CEI, invita l’opinione pubblica a reagire.
Ferito dal tono dell’ “Osservatore Romano” si dice vannino Chiti, della segreteria DS: “Un intervento apodittico che giudica e divide, anziché sforzarsi di riflettere, di comprendere e di far riflettere”. A Torino l’assessore regionale alla Sanità Mario Valpreda, preannuncia che la somministrazione della RU486 (in uso in Europa da moltissimi anni) riprenderà “a brevissimo termine” dopo che il ministro Storace avrà approvato il nuovo protocollo, che prevede la permanenza in ospedale della donna. Storace, che aveva bloccato personalmente il progetto al Sant’Anna, promette adesso: “Non ci sarà ostruzionismo”.
La sperimentazione riprenderà se tutte le garanzie per la salute della donna saranno rispettate”, spiega a “Repubblica” il ministro della Sanità, “e se un medico sarà sempre al suo fianco durante la procedura di interruzione della gravidanza”. Storace afferma che le “sue considerazioni etiche da cristiano restano separate dalla vicenda della sperimentazione”, però si dice d’accordo con l’attacco dell’ “Osservatore”: “Perché mette in evidenza il rischio reale che l’aborto sia considerato semplice mezzo di contraccezione”. L’esame del nuovo protocollo del Sant’Anna “richiederà qualche giorno, prometto che la pratica non rimarrà impantanata per mesi”, garantisce tuttavia il ministro. Poi chede le scuse della presidente della Regione Piemonte Bresso, accusandola di avergli rivolto “frasi incivili”.
Da radicali e socialisti romani viene intanto una nuova denuncia di ostruzionismo confessionale. Chiedono a Storace di mandare ispettori negli ospedali romani dopo che alla trasmissione “Matrix” era stato segnalato che medici del pronto soccorso rifiutano di prescrivere la “pillola del giorno dopo”, invocando l’obiezione di coscienza. “Non è una pillola abortiva, ma antifecondativa”, ribadisce Diego Sabatinelli, segretario dell’associazione RadicaliRoma.