RADICALI ROMA

Pillola del giorno dopo, Radicali Roma: i medici obiettori di coscienza saranno presto sentiti dalla Procura di Roma

  Grazie ad una nostra denuncia, la Procura di Roma ha finalmente cominciato ad indagare sul comportamento di quei medici – tutti dipendenti o convenzionati con il servizio sanitario nazionale – che circa due mesi fa si sono rifiutati di rilasciare ad una paziente apposita prescrizione medica utile ai fini dell’assunzione del “levonorgestrel”, meglio conosciuto come “pillola del giorno dopo”.

 

Da un servizio pubblicato oggi su La Repubblica sembrerebbe che il Procuratore capo di Roma, dott. Giovanni Ferrara, dopo aver visionato la cassetta del programma Matrix andato in onda il 28 settembre u.s., abbia ipotizzato a carico dei medici romani ripresi nel servizio i reati di omissione di soccorso e abuso d’ufficio.

 

Non esistendo precedenti giurisprudenziali sul punto, questa è un’occasione davvero unica per chiarire una volta per tutte se in una struttura pubblica può essere consentito ad un incaricato di pubblico servizio appellarsi all’obiezione di coscienza esponendo in tal modo la paziente ad un serio e grave pericolo per la sua salute psico-fisica (leggi: gravidanza indesiderata ed eventuale aborto chirurgico).

 

Ricordiamo che appena qualche giorno fa, su questo, il Ministro della Salute, on.le Francesco Storace, al quale pure abbiamo segnalato il caso, ci ha scritto definendo il comportamento del personale medico-sanitario della capitale eticamente ineccepibile e deontologicamente corretto, il tutto richiamandosi ad una nota (sic!) del Comitato Nazionale di Bioetica del 27 maggio 2004.

 

Per fortuna in questo Paese le note, pur rispettabilissime, del Comitato Nazionale di Bioetica, ancora non fanno giurisprudenza.