RADICALI ROMA

Pillola del giorno dopo/medici obiettori, Iervolino: “Vanno denunciati alla Procura della Repubblica”

Dichiarazione di Massimiliano Iervolino, segretario dell’Associazione Radicali Roma:
“L’articolo di oggi sul quotidiano La Stampa a pag. 11 descrive bene il calvario che parecchie donne vivono nel momento in cui si recano negli ospedali romani per farsi prescrivere “la pillola del giorno dopo”. Ben consci della situazione drammatica in cui si trovano le strutture ospedaliere romane, che non garantiscono la prescrizione di questo farmaco d’urgenza, a gennaio, attraverso una nostra inchiesta (http://www.radicaliroma.com/news/3090), abbiamo denunciato anche l’inefficienza dei consultori della nostra città  Il sito del Comune di Roma fornisce i numeri di telefono e gli indirizzi dei consultori familiari sul proprio sito, la nostra indagine ha appurato quanto questo servizio sia lacunoso ed impreciso. Il 13.7% delle informazioni sulle ubicazioni di queste strutture sono errate ed il 27.4% dei numeri telefonici risultano irraggiungibili, inoltre tra le indicazioni non vengono precisati né gli orari di apertura,  né quelli di chiusura, né tanto meno i momenti in cui è prevista la presenza di un ginecologo o di un medico. La gravità di queste mancanze è inaccettabile: gli utenti che hanno l’urgenza di farsi prescrivere “la pillola del giorno dopo” non possono certamente perdere tempo al telefono o nel traffico della città sperando che la struttura sanitaria sia aperta e sperando che ci sia un medico in sede. A confermare questa preliminare considerazione è quanto emerge: 8 consultori (15.7% del totale) non sono stati in grado di fornire il servizio a causa dell’assenza di un medico. Sommando i consultori irraggiungibili telefonicamente e materialmente a quelli impossibilitati a fornire la prescrizione, si nota come 29 consultori su 51 (56.8%) per diversi motivi non offrano né informazioni, né i servizi richiesti. La situazione appena descritta si aggrava ulteriormente nei giorni festivi e prefestivi: nessun consultorio aperto proprio quando è più difficile rintracciare il proprio medico curante. Nella maggior parte dei casi non si può far altro che rivolgersi alla guardia medica o al pronto soccorso. In quest’ultimo caso si rischia di attendere per ore e di trovare ginecologi obiettori che ostacolano ingiustamente la prescrizione medica che a norma di legge sarebbero tenuti a fare. Ed è proprio quello che è accaduto alle due donne a cui fa riferimento  l’articolo de La Stampa. Ripetiamo per l’ennesima volta: non è possibile l’obiezione di coscienza. La “pillola del giorno dopo” non è un farmaco abortivo, poiché agisce inibendo e ritardando l’ovulazione, cioè prima della fecondazione, e non interferisce con l’impianto in utero di un uovo fecondato. Infatti, quando la fecondazione è già avvenuta, la CE è probabilmente inefficace. Se un medico la invoca, deve indicare il rifiuto sul documento della prestazione. La “pillola del giorno dopo” è un farmaco d’urgenza: se assunto nel lasso di tempo compreso tra 12 e le 24 ore dal rapporto sessuale riduce la probabilità di gravidanze indesiderate fino al 90-95%. Date le sue caratteristiche, dunque, il personale sanitario è tenuto a considerare il predetto farmaco una prescrizione d’urgenza, il cui rilascio è dovuto in assenza di qualsivoglia possibilità di diagnosi (non sono previste, tanto per dire, né visita vaginale né ecografia per via vaginale); la pillola del giorno dopo rientra infatti nella “Classe 1” dell’Oms, cioè senza restrizioni d’uso. Perciò dovere del personale medico è proprio quello di ottemperare con sollecitudine – in base alla dizione “d’emergenza” – alle richieste delle pazienti. L’Associazione Radicali Roma offre assistenza legale gratuita a chiunque voglia denunciare quei medici che, per qualsiasi motivazione, si rifiutino di prescrivere “la pillola del giorno dopo”. E’ importante ricordarsi che se il medico individua un motivo per non prescrivere il farmaco, deve indicarlo per iscritto sul documento della prestazione, assumendosene la responsabilità dinanzi ad eventuali contestazioni.. L’indicazione per iscritto della mancata prescrizione è fondamentale per eventuali esposti alla Procura della Repubblica.”

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