RADICALI ROMA

Pochi spinelli nell'Unione Cento: ipocriti, che male c'è?

MILANO -Fausto Bertinotti per «avversione personale»; Ugo Intini perché la mamma era cantante e la gola, si sa, si rovina facile; Giuseppe Caldarola perché affetto da cardiopatia e inclinazione verso il Primitivo di Manduria; Marco Ferrando perché pallanuotista e surfista; Clemente Mastella perché «sono arrivato vergine al matrimonio, figuriamoci se mi drogavo». Seguono una sfilza di «no» e «per carità» variamente motivati: da Diliberto a Minniti, dalla Finocchiaro a Castagnetti.

Insomma, non ha tutti i torti l’Indipendente quando spiega, in un articolo di Susanna Turco, che Fini e Casini saranno pure la destra «bigotta», però loro almeno hanno ammesso (■ Video – Fini e gli spinelli: «Odio l’ipocrisia»). E farà anche un po’ di tenerezza l’ex uomo d’ordine Gianfranco Fini, che si rolla una canna in Giamaica e rimane «rimbecillito» per due giorni. Però sbaglia di grosso Riccardo Illy a dichiararsi «una mosca bianca» («Preferisco la lucidità al piacere dell’oblio»). Il «vizio», detto anche «abitudine conviviale» (copyright Paolo Cento), a sinistra è pochissimo praticato. E, a cominciare da Francesco Rutelli , quasi tutti giurano: «Mai fumato». Fa eccezione Cento – ambientalista come i veneziani Pitura Freska del «Marghera sensa fabbriche sarìa più sana, na giungla di panocce, pomodori e marijuana» -, che ammette e rilancia: «Basta con queste ipocrisie. I colleghi non hanno mai fumato? Sono pronto a sfidarli a un esame antidoping». Anche Daniele Capezzone ammette e diffida della verginità psicotropa degli onorevoli: «Se un cane poliziotto fa un giro a Montecitorio gli va in tilt il naso. E non solo per le canne». Perché poi il «fumo» – restando in tema di dicotomie gaberiane – sarà anche di sinistra, ma per il segretario radicale la cocaina è un po’ di destra: «Non è un caso che nella recente legge siano stati tenuti alti i livelli massimi di cocaina per uso personale». Un ex politico che ebbe qualche guaio, Claudio Martelli, ora non ne parla volentieri: «Non fu piacevole. L’onda d’urto che allora mi investì (nel 1989 a Malindi fu fermato per possesso di uno spinello, ndr), fu ben altra cosa rispetto a quella che ha colpito Fini dopo la sua esternazione. Più tardi, peraltro, fui investito da un’ondata di ritorno di simpatia e di solidarietà». Il figlio del primo grande nemico della droga leggera, Bobo Craxi, confessa di avere avuto qualche scontro con il padre: «Sì, non ero d’accordo con lui. Qualche spinello, raro, del resto me l’ero fatto». «Neanche una boccata di fumo normale» per un altro socialista dei tempi d’oro, Gianni De Michelis, «temporaneamente aggregato al centrodestra». Il centrosinistra è compatto «contro la criminalizzazione dello spinello». Mastella: «Ho un’ossessione contro le droghe. Ma non mi ergo a giudice». Intini: «Ho orrore anche del tabacco, ma non c’è niente di male». Nando Dalla Chiesa: «Mi diverto in un altro modo: ma sono fatti privati di chi fuma». Aggiunge la diessina Gloria Buffo: «Di canne non è mai morto nessuno: qui ci stanno spacciando di nascosto un imbroglio repressivo». E «marchiano i ragazzi – accusa un altro asceta del fumo, Cesare Salvi – anche se questa è un’abitudine che non incoraggio affatto». Una delle poche ad ammetterne l’uso, passato, è la diessina Giovanna Melandri: «Qualche tiro l’ho fatto, al liceo. Ma non ho nulla di cui vergognarmi». Quasi si scusa, invece, Marco Ferrando: «Ho provato solo una volta, ma con esito disastroso. Non sono neanche riuscito ad aspirare. Ma fumare rimane un diritto». Che non ha mai esercitato è Fausto Bertinotti: «Ma non me ne vanto. Nessun interesse, ma non condivido il proibizionismo irresponsabile». Rosy Bindi, invece, si dice «orgogliosa» di non averlo fatto: «Però faccio il contrario di Fini: sono per la non punibilità e per il consumo zero». Aggiunge Bobo Craxi : «Io in Giamaica ci sono stato: ma ho solo ascoltato molto reggae». Eppure il luogo è tentatore, come conferma una vecchia canzone degli Articolo 31: «Le vacanze le farò in Giamaica, dalla mia Maria bella. Aspetto e intanto voto Pannella». Che, a scanso di equivoci, la sua canna antiproibizionista andò a fumarsela addirittura in tv.

Alessandro Trocino