RADICALI ROMA

Porta Pia, ancora polemiche sulle celebrazioni Il Pd: «Basta con le riscritture della storia»

Da il Messaggero.it ROMA (22 settembre) – Non si placano le polemiche sulla commemorazione per il 138° anniversario della breccia di Porta Pia, la data che segna la presa di Roma e la fine del potere temporale dei papi, contestata dai Radicali che l’hanno definita «una farsa» perché sono stati ricordati i soldati papalini caduti durante gli scontri e non i bersaglieri.

«Basta con le riscritture della storia – ha detto oggi Umberto Marroni, capogruppo del Pd al comune di Roma -. È ridicolo che in occasione della ricorrenza del 20 settembre, anniversario della presa di Roma e della conseguente unità all’Italia della futura capitale, il sindaco e la sua giunta non trovano nulla di meglio che commemorare i caduti “zuavi” dell’esercito papalino, il cui merito fu quello di essere mandati allo sbaraglio per una “missione impossibile”: fronteggiare i bersaglieri italiani autori della famosa breccia. Con questa vicenda si sfiora la farsa – prosegue il capogruppo del Pd – Sarebbe ora che il sindaco e la sua giunta invece di avventurarsi su revisioni storiche, tra l’altro con scarsi risultati, comincino a occuparsi di Roma e dei suoi problemi».

I radicali: Pd presenti una mozione di condanna. Un altro attacco alla giunta Alemanno è arrivato da Massimiliano Iervolino, segretario dell’Associazione Radicali Roma: «Quanto accaduto sabato XX settembre a Porta Pia dimostra appieno la natura revisionista e clericale della giunta Alemanno – ha detto – Non era mai successo, dal 1871 ad oggi, che il comune celebrasse la Breccia ricordando gli zuavi pontifici. Proprio per questo ho suggerito ai consiglieri del Pd di presentare una mozione di condanna rispetto all’accaduto. Spero che questo documento, a prima firma Mario Mei, sia discusso ed approvato, inoltre, voglio sperare che il Sindaco Alemanno trovi la forza laica di dissociarsi pubblicamente dalle parole e dalla lettura revisionista del consigliere comunale Antonio Torre».

D’Elia: Porta Pia diventi una celebrazione popolare. La vicepresidente della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia ha proposto di far diventare dal prossimo anno la commemorazione del giorno nel quale Roma è diventata la capitale d’Italia una celebrazione popolare, partecipata dalla gente e con convinzione da tutte le Istituzioni: «Portiamo nelle scuole il valore della laicità dello Stato, le conquiste del nostro Risorgimento e dell’unità di Italia – ha detto – L’idea del presidente del III Municipio di intitolare il piazzale Porta Pia all’Unità d’Italia è buona ma va spiegata ai più giovani cittadini. Da anni avviene in imbarazzata sordina a dimostrazione di quanto occorra rinforzare nell’opinione pubblica e soprattutto nelle giovani generazioni la conoscenza di fatti e degli ideali che portarono allo storico evento. Proporremo alle scuole romane e della provincia di Roma un progetto che consenta agli studenti di ripercorrere gli eventi che portarono all’unità del nostro Paese e a conoscere luoghi e avvenimenti, di cui il territorio provinciale è ricco, a cominciare dalla storica battaglia di Mentana, che precedettero la creazione dell’Italia unita».

Chiappetti: no al cambio del nome della piazza. Fermamente contraria alla proposta di cambiamento del nome della piazza Daniela Chiappetti, consigliere del II municipio del Pdl: «Leggo oggi che il presidente del III Municipio Dario Marcucci vorrebbe cambiare il nome di Piazzale di Porta Pia in Piazza dell’Unità d’Italia, una proposta assurda, anacronistica e sbagliata da un punto di vista amministrativo – afferma – Motivo per il quale a nome di decine e decine di cittadini che da stamattina ma stanno chiamando preoccupati, respingo fortemente tale proposta.Marcucci pensi alla illegalità serpeggiante dei centri sociali di San Lorenzo, pensi al decoro dei suoi quartieri e lasci perdere certe idee».