RADICALI ROMA

PREFERENZE, RIFORMA PA, METRO C: TRE PUNTI CHE LA DIREZIONE PD NON PUO’ ELUDERE

Dichiarazione di Riccardo Magi, presidente di Radicali italiani e consigliere comunale a Roma

La seconda tranche dell’inchiesta conferma che Mafia Capitale non è assolutamente una questione di mele marce, ma il prodotto di un sistema criminale che ha infiltrato in modo capillare, e traversale, le istituzioni e il tessuto politico, economico e sociale della città. La magistratura ha il compito di accertare le responsabilità, ma non si può pensare di delegare alle toghe il riscatto di Roma e dell’Italia. E’ necessario che la politica si riappropri del suo ruolo, a cominciare dalla selezione della classe dirigente. Tra i principali protagonisti dell’inchiesta c’è chi ha raccolto decine di migliaia di preferenze senza aver mai fatto parlare di sé per una proposta o un’iniziativa politica. Questo dimostra che le preferenze non sono, come in molti vorrebbero far credere, una garanzia per i cittadini, ma sempre più merce di scambio per favori e clientele. La legge elettorale appena varata, con la combinazione di liste bloccate e preferenze, appare quindi del tutto inadeguata, mentre il modello uninominale – anche riprodotto a livello locale con collegi-municipali – metterebbe gli elettori al riparo da ogni rischio, permettendo loro di scegliere tra pochi candidati, con una storia e un programma certi, e poi controllarne da vicino l’attività.
Speriamo che la direzione del Pd di stasera sia l’occasione per riflettere su questo, ma anche sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Come Radicali, infatti, abbiamo messo in evidenza già a dicembre quello che oggi sostengono anche il prefetto Gabrielli e l’assessore Sabella: non serve commissariare Comune, sindaco e tornare al voto se a muovere i fili dell’amministrazione restano gli stessi alti dirigenti e burocrati che hanno firmato gli atti e le procedure illegittime di cui si è nutrita Mafia Capitale, senza segnalare anomalie, né effettuare controlli.

Serve invece trasparenza e credibilità a partire dalle scelte di governo sui temi che stanno più a cuore ai cittadini, come i servizi pubblici e la mobilità. Se, come dicono, Governo e Pd vogliono supportare Marino, inizino dunque da un atto di responsabilità sulla Metro C: uno scandalo da oltre 4 miliardi, su cui Procura, Corte dei conti e Anac sono già al lavoro a partire dal nostro esposto. Al Premier Renzi e al ministro Delrio, che stasera incontrerà il sindaco in Campidoglio, chiediamo di non attendere che la magistratura scoperchi anche questo calderone e interrompere subito lo sperpero soldi dei cittadini per un’opera completamente uscita dal proprio quadro giuridico e senza più un progetto definitivo. Il rischio, infatti, è di foraggiare un nuovo Mose, davanti al quale il giro di affari di Buzzi e Carminati sarebbe ben poca cosa.