Sembra un replay, ma dato che appello analogo era già stato approvato il primo febbraio scorso ma non gli è stato dato ancora seguito, l’europarlamento ci riprova incalzando la presidenza tedesca a presentare «immediatamente», in questa sessione Onu, una risoluzione per una moratoria universale sulla pena di morte. «È espressione dei significativi passi in avanti che si stanno compiendo» dice il premier Romano Prodi che ha incontrato ieri il segretario generale di Amnesty Intemational, Irene Khansi, esprimendosi «a favore di un più intenso impegno congiunto per arrivare rapidamente e positivamente alla conclusione di questa battaglia di civiltà che vede Italia, Ue ed Amnesty sulla medesima lunghezza d’onda».
Per quanto annunciato, il voto di ieri a Strasburgo è un successo non solo perché il testo è passato a larghissima maggioranza ma anche perché è un esplicito incoraggiamento alla presidenza Ue, e dunque al Consiglio, ad andare avanti superando le non poche titubanze dimostrate fino adesso. Insomma, non potrà passare sotto gamba. Il parlamento Ue infatti, rivolge agli stati membri un appello «affinchè ottengano il sostegno di paesi terzi a favore della dichiarazione» allargando con ciò l’obiettivo già individuato dal ministro tedesco Gloser di ottenere comunque il consenso di tutti i paesi Ue alla proposta di moratoria avanzata dall’talia. D’Alema si muove in questa prospettiva. Il 2 maggio a Roma ne parlerà infatti, con il ministro degli esteri neozelandese, Winston Peters, ed ora dice: «È stato giusto ed è giusto insistere per una iniziativa europea ma anche naturalmente chiedere all’Europa di fare presto». L’auspicio è comunque che si possa «presentare tutti insieme» la risoluzione all’assemblea generale dell’Onu.
Piuttosto, quel che non convince per niente i radicali che conducono in prima persona la battaglia (presentando con Pannella e Cappato la risoluzione votata ieri e facendo lo sciopero della fame ad oltranza) è il questionario inviato dalla presidenza tedesca per verificare la disponibilità dei vari paesi su abolizione e moratoria della pena di morte (già 90 sono a favore), e che sarebbe, secondo Sergio D’Elia di “Nessuno tocchi Caino”, «dissuasivo e assolutamente coerente con il rinvio, se non addirittura con la volontà politica di non procedere». Il punto è che il consiglio europeo si riunirà il 14 maggio per decidere il da farsi sulla base di questa verifica.
Resta il fatto che la risoluzione dell’europarlamento votata ieri «incoraggia l’Ue a cogliere le opportunità attuali ad andare avanti» ricorda un soddisfattissimo Pittella, capo della delegazione italiana del Pse, e invita tutte le istituzioni europee « a sostenere, in ogni modo, la campagna mondiale contro la pena capitale, anche tramite le sue delegazioni interparlamentari e a proclamare, a partire dal 2007, il 10 ottobre quale Giornata europea contro la pena di morte». È una vera chiamata alla mobilitazione in nome di questa battaglia di civiltà a lungo rinviata, la cui vittoria potrebbe essere ora a portata di mano. «Bisogna procedere a passo spedito e affrontare con maggiore convinzione e serenità la sfida che attende il nostro paese e coloro che sostengono la moratoria al Palazzo di vetro» dice il sottosegretario alla giustizia Daniela Melchiorre della Margherita che al recente congresso ha approvato all’unanimità, su sua iniziativa, un odg in questo senso.