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Preti gay, il Vaticano si muove

CITTA’ DEL VATICANO – Il Vaticano ha avviato un’indagine su tutti i 229 seminari cattolici presenti negli Stati Uniti alla ricerca di “prove di omosessualita” fra preti e seminaristi e per scovare eventuali allievi che dissentano dagli insegnamenti della Chiesa cattolica. In tutto sono coinvolti 4.500 studenti. Una copia del documento del Vaticano che istruisce gli investigatori nel loro lavoro è stato consegnato da un prete al New York Times.

L’ultima supervisione del genere risale a 25 anni fa e durò sei anni. “Il seminario è libero dalle influenze della New Age? – è una delle domande contenute nel testo di 12 pagine – Ci sono prove di omosessualità nel seminario?”. E ancora, per quanto riguarda il personale docente, si chiede se ci sia qualcuno che “dissente dall’autorevole insegnamento della Chiesa o la cui condotta non rappresenta un buon esempio per i futuri preti?”.

E proprio la scorsa settimana – si ricorda nell’articolo, accessibile sul sito online del Nyt – il capo dei cappellani militari americani e responsabile del controllo sui seminari, l’arcivescovo Edwin O’Brien, forse commentando il documento vaticano, aveva dichiarato che “chiunque sia coinvolto in attività omosessuale o abbia forti inclinazioni all’omosessualità” non dovrebbe essere ammesso in seminario, e che la misura restrittiva dovrebbe essere applicata anche a chi non ha più avuto rapporti sessuali con partner dello stesso sesso da oltre un decennio.

I seminari americani sono sotto stretta sorveglianza sull’onda degli scandali sessuali che hanno colpito i sacerdoti cattolici americani nel 2002. Da allora il Vaticano e le gerarchie ecclesiastiche americane sono d’accordo sulla necessità di un maggior rigore nei controlli sulle ammissioni ai seminari in particolare per verificare la reale disponibilità dei candidati a votarsi ad una vita di celibato e castità. <!–/inserto–>
E in particolare, si legge nell’articolo, il problema dell’omosessualità è quello più attentamente scrutato dalle gerarchie perché l’80 per cento delle persone vittime di abusi sessuali denunciati e attribuiti a preti e seminaristi riguardano bambini e comunque maschi minori.

Il reverendo Donald B. Cozzens, ex rettore di un seminario protagonista cinque anni fa di una furiosa polemica dopo aver sostenuto che “quella di prete è o sta diventando una professione gay”, ha detto al quotidiano americano che la Chiesa è ormai arrivata ad accettare la sua osservazione. Tuttavia, padre Cozzens si è detto preoccupato che l’ispezione possa indurre molti seminaristi e insegnanti a ritirarsi: “Dal mio punto di vista sarebbe un errore enorme. Penso sia scorretto se non ingiusto per i seminaristi gay e per gli insegnanti che hanno una vita improntata alla castità”.

Dello stesso avviso il reverendo Thomas J. Reese, costretto in maggio a dimettersi dalla direzione del magazine gesuita “America” per le sue posizioni considerate troppo poco ortodosse: “Sarebbe molto più salutare se un seminarista potesse parlare della sua sessualità con un direttore spirituale, mentre questo genere di politica costringerà a tenere tutto nascosto”.

L’arcivescovo O’Brien, che non ha voluto parlare con il New Tork Times, ha fatto sapere all’agenzia di stampa Associated press che il documento relativo al controllo dei seminari sarà rivisto dal Papa e dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.