«Faremo una cosa seria e saggia, perché siamo persone serie». I diritti per le coppie di fatto, anche omosessuali, entrano in Consiglio dei ministri e il presidente Romano Prodi rassicurai suoi. Il disegno di legge resta di iniziativa governativa, nonostante i dubbi di Francesco Rutelli che avrebbe preferito lasciar fare al Parlamento, la ministra Barbara Pollastrini continuerà ad occuparsene insieme con la responsabile della Famiglia Rosy Bindi. Si cercherà di lavorare a un testo che ottenga i più ampi consensi nell’Unione. Poi lo si presenterà alle Camere per il dibattito, tenendo conto dell’apertura del leader di An. Gianfranco Fini in tv da Giuliano Ferrara ha detto: sì al riconoscimento dei diritti, no alle discriminazioni ma no anche all’equiparazione tra famiglia e convivenze.
LA DELEGA — Fin qui il piano di Prodi. Nell’Unione le cose però continuano a restare difficili. Le perplessità restano, le ha espresse il Guardasigilli Clemente Mastella in una lettera sul Corriere della Sera, le ha esposte ieri in Consiglio dei ministri anche il vicepremier Francesco Rutelli. Rutelli teme che un’iniziativa legislativa dell’esecutivo esponga il governo a pressioni troppo forti. Ma Pollastrini ha replicato di avere una delega e ha fatto presente che il tema delle unioni civili c’è nel programma. Dunque, si va avanti.
Entro il 31 gennaio, il testo di legge da portare al dibattito delle due Camere sarà pronto. Come ci si arriverà, quante modifiche e limature occorreranno in nome della tenuta dell’Unione non è possibile saperlo adesso. Ma se nel centrosinistra le divisioni restano, nel centrodestra le parole di Fini hanno prodotto una nuova spaccatura tra l’Udc e il resto della coalizione. Nonostante il portavoce di An Andrea Ronchi abbia escluso che si sia trattato di un’apertura ai Pacs. «La posizione è da sempre quella di garantire i diritti individuali», ha detto.
NUOVA FRATTURA — Pier Ferdinando Casini già intravede, e anzi la auspica, «una convergenza tra parte della Cdl e della Margherita come è accaduto per la legge sulla fecondazione» mentre il presidente Rocco Buttiglione ironizza: «Se An si schiera a favore dei Pacs si creerebbe all’interno del centrodestra una tensione molto più forte e giustificata di quelle che sono state montate ad arte attorno all’Udc». La discordia non si ferma qui. Le due anime di Forza Italia, quella di chi la pensa come Carlo Vizzini e Chiara Moroni, che guardano con favore al testo di Pollastrini e quella di chi si schiera con Franco Asciutti e Isabella Bertolini (per il primo «non si sente alcuna esigenza sociale di una legge sulle unioni civili» mentre la seconda promette di preparare una mozione contraria), si sono trovate ancora una volta l’una contro l’altra anche se non proprio armate.
QUELLI CHE APPREZZANO — Nel centrosinistra Fini è molto piaciuto. E’ vero che Vladimir Luxuria (Rifondazione) respinge «le larghe intese con An» ma la collega Titti De Simone apprezza: «Le parole di Fini aprono una breccia importante nella cultura di destra di questo Paese». Il leader di An ha intascato un bravo anche dal presidente dei senatori dell’Ulivo Anna Finocchiaro («molto apprezzabile la ricerca di un equilibrio e di una posizione condivisa») e di Franco Grillini, Ds («La svolta di An non può che essere salutata positivamente da chi pensa che una destra moderna fa bene al Paese»). Gli unici a sentire puzza di bruciato, nella maggioranza, sono i Comunisti italiani e i Radicali. Temono che il testo del ministro Pollastrini venga fatto a brandelli. Per Oliviero Diliberto «oggi chi è contro i Pacs in Italia è fuori dal mondo. Fini? Solo sofismi. Il punto è un altro. Chi convive deve avere garanzie e diritti. C’è in quasi tutti i Paesi d’Europa, anche quelli amministrati dalla destra».