RADICALI ROMA

“Prodi s’è defilato, Berlusconi è inerte”

  Emma Bonino è in Sri Lanka. Ha partecipato alla marcia di Natale, poi è partita nella missione di verifica sugli aiuti ai paesi colpiti dallo tsunami. Oggi si trova laggiù, ma ha gli occhi puntati su Montecitorio.
 
Onorevole Bonino, sarà un successone?
“Vedremo chi ci sarà e chi non ci sarà, alla Camera”.
 
Non teme che la battaglia per l’amnistia si riduca a chiacchiera natalizia?
“Certo che lo temo. Su questo argomento mi sembra di vedere resistenze e paure sia nel centro-sinistra che nel centro-destra”.
 
Più nei leader o nei partiti?
“Ho molto apprezzato la presenza di D’Alema alla marcia di Natale. Prodi però di questo argomento non parla e sarei tanto curiosa di sapere che cosa pensa”.
 
E Berlusconi?
“Dice che è favorevole all’amnistia. Allora perché non fa nulla? Se è favorevole come privato cittadino, non ci interessa. Se è favorevole come premier, eserciti la sua leadership. Sennò vuol dire che già non ce l’ha più. O che l’ha soltanto quando deve intervenire nelle materie che lo interessano veramente”.
 
Prodi e Berlusconi pari sono?
“Almeno, però, Berlusconi dice come la pensa. Anche se poi non agisce. Di Prodi invece non si sa nulla”.
 
E il cattolico Rutelli?
“Non si è espresso. E sono curiosa di sapere se oggi, da deputato, sarà in Aula. E pensare che l’amnistia dovrebbe essere un tema naturale, proprio per i cattolici…”.
 
Così non è?
“Più che cattolici sono clericali a intermittenza. Io non amo gli interventi del papa in nessun settore. Ma loro che li amano, e li applaudono, poi devono comportarsi di conseguenza”.
 
Facendo che cosa?
“Non agendo come Casini che convoca la Camera alle 9 e mezzo del mattino del 27 gennaio. Le sembra il giorno giusto per parlare di un tema così grave come quello delle carceri che scoppiano e di nove milioni di processi ancora pendenti? A me, sembra un’idea ai limiti della provocazione”.
 
Non era la stessa cosa convocare la Camera il 28?
“Era già meglio”.
 
E il Senato fa di più?
“C’è un articolo della Costituzione che dice: quando la Camera viene convocata in modo straordinario, anche il Senato si riunisce di diritto. Sarebbe simpatico sapere che cosa ne pensa Pera”.
 
Sta dicendo che sono tanti i finti amici dell’amnistia?
“Ci sono quelli. Poi ci sono i nemici dichiarati, dalla Lega ad AN, ma senza il ministro Matteoli che invece sta dicendo in proposito cose molto sensate e giuste. E ci sono i veri sostenitori dell’amnistia come i radicali e i socialisti della Rosa nel Pugno: Boselli, Intini, Buemi…Questa battaglia è un anticipo di quelle che faremo come forza di governo”.
 
Perché si ha paura dell’amnistia?
“Perché se non spiegata, quella è una misura “impopolare”. Ma bisogna correre il rischio di essere impopolari nell’immediato, per non essere anti-popolari nella sostanza. Nelle carceri ci sono i poveracci, gli immigrati, coloro che non possono pagare i grandi avvocati e comprarsi la prescrizione”.
 
In Italia c’è la salva-Previti ma non l’amnistia?
“C’è un’amnistia di classe che si chiama, appunto, prescrizione”.
 
Questa vicenda dell’amnistia la conferma nel suo atteggiamento di distanza, molto critica, dalla politica italiana? 
“E’ l’ennesimo esempio di come, molto raramente, i politici si sappiano comportare da classe dirigente. Sono inadeguati a offrire soluzioni ai problemi verifiche che man mano si impongono. A volte chiedono a Ruini di sostituirli, a volte lo chiedono a Tettamanzi…E loro, intenti a parlarsi e a scontrarsi in materia ombelicale, disertano sempre il campo della politica vera”.