Roma, 1 aprile 2006 – Un vero e proprio “Protocollo per Roma”. Un patto, nero su bianco, impegna il candidato premier Romano Prodi a dotare la capitale di piu’ poteri e fondi, in caso di vittoria alle prossime elezioni del 9 aprile, e di farlo attraverso una legge per la capitale della Repubblica da ”mettere in campo fin dai primi cento giorni di legislatura”.
In realtà il sindaco Veltroni ha fatto sapere di aver chiesto un analogo “patto” anche al candidato premier Silvio Berlusconi, che però non avrebbe risposto alla richiesta.
In pratica, il protocollo prevede per la Capitale una più ampia potestà regolamentare riguardo a governo del territorio, urbanistica, valutazione d’impatto ambientale, edilizia pubblica e privata, infrastrutture di trasporto e mobilita’, cultura, sviluppo economico locale, servizi sociali e polizia amministrativa locale. Oltre a questo, sul fronte dei fondi, l’accordo prevede l’aumento dei trasferimenti statali: oggi Roma prende 288 euro pro-capite, contro i 309,9 euro della media nazionale e i 346 euro destinati alle altre grandi citta’. Si punta, inoltre, a mettere tra le priorita’ necessarie a far ”completare il ‘salto’ europeo” della capitale la realizzazione di infrastrutture come ”la linea D della metro, il prolungamento della metro A e B oltre il Grande Raccordo Anulare, la modernizzazione delle ferrovie regionali, il sistema aeroportuale, il sistema delle aree archeologiche centrali”.
Critica la Cdl, che, attraverso il candidato sindaco Gianni Alemanno, An, fa sapere che in realtà il progetto per i poteri speciali a Roma Capitale e’ “un obiettivo storico che non puo’ non essere realizzato che in modo bipartisan da centrodestra e centrosinistra, nei primi 100 giorni di governo della prossima legislatura”. Inoltre, secondo Alemanno il progetto Prodi-Veltroni ha il difetto di non prevedere ”in modo chiaro” poteri legislativi per Roma