RADICALI ROMA

«Pronto a staccare la spina a Welby»

  Una provocazione per tenere vivo il dibattito sull’eutanasia e smuovere il Parlamento ad affrontarlo: «Se Piero me lo chiedesse sarei pronto a staccare la spina», tuona la voce stentorea di Marco Pannella, appena sei giorni fa operato di aneurisma all’aorta e già pronto a capeggiare nuove battaglie. La terra da conquistare stavolta è l’eutanasia, tabù italiano, dissepolto da Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare, con l’appello a.Napolitano per ricevere «una morte opportuna». Il capo dello Stato il giorno dopo gli ha risposto raccomandando alle Camere di avviare una discussione sul tema della fine della vita. Ed è proprio a Welby che ha offerto aiuto Pannella nel presentare l’ultima iniziativa della Rosa nel Puguo, sorretta dall’Associazione Luca Coscioni.

 

 

 

 Un disegno di legge sull’eutanasia (il termine appropriato, corregge Gilberto Corbellini, è decisione etica di fine vita) che prevede una procedura molto garantista, dove i medici giocano un ruolo importante anche se l’ultima parola spetta al diretto interessato. «Se Piero decidesse di procedere verso ciò che la sua etica gli chiede — insiste Pannella — sarò pronto immediatamente a compiere tale atto che rispetta la vita e i principi di civiltà oggi negati da un potere talebano e da chi occupa il Vaticano». La Rosa del Pugno e l’associazione, con il ministro Emma Bonino («meglio legalizzare che accettare la clandestinità»), Marco Cappato e Donatella Poretti, sferrano una controffensiva immediata. Una raccolta di firme per tenere alto il livello di attenzione su un tema che secondo i sondaggi sta a cuore alla maggioranza degli italiani e l’avvio di un’inchiesta su quanto e se sia diffuso il fenomeno sotto traccia.

 

 

 

 Certo è che con la sua provocazione Pannella ha colto nel segno, suscitando reazioni incredule. «Mi auguro con tutto il cuore che non faccia quello che ha annunciato — replica la senatrice della Margherita Paola Binetti —. Abbiamo molto bisogno della testimonianza di Welby perché ha dimostrato di avere molto da dire per aiutarci ad affrontare temi delicati come il testamento biologico. Insomma, la sua mission non è terminata». Secondo Tommaso Pellegrini, deputato dei Verdi, «il vuoto legislativo, al di là degli estremismi, va colmato con un provvedimento che consideri assolutamente prioritarie le esigenze di chi soffre. Bisogna discuterne senza contrapposizioni ideologiche». Riccardo Pedrizzi, An, ritiene «antidemocratica» l’uscita di Pannella: «Il Parlamento non si è mai pronunciato nè a favore dell’eutanasia né del testamento biologico, la sua iniziativa sarebbe illegale. I media dovrebbero staccare la spina a lui».

 

 

 

 Di testamento biologico, ossia di procedure che permettano ad ogni individuo di esprimere le proprie volontà sul termine della vita (non eutanasia ma diritto di sospendere cure inutili, accanite) si comincia a parlare oggi in Commissione Sanità del Senato con le prime audizioni. Si cercherà di riunire in un solo testo gli otto disegni di legge presentati. Verranno ascoltati l’anestesista Rodolfo Proietti, il geriatra Roberto Bernabei, l’oncologo Augusto Caraceni e il bioeticista Salvino Leone. Si andrà avanti con altri interventi fino a dicembre. Poi la relatrice Fiorenza Bassoli, ds, tirerà le somme.