RADICALI ROMA

Proporzionale, così la Chiesa disegna il perimetro bianco

  Venti minuti di colloquio tra BenedettoXVl e il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sono il segnale che papa Ratzinger è seriamente intenzionato a sviluppare una sua “politica italiana”. Casini è arrivato alle 11 in Vaticano, ricevuto secondo il protocollo dell’”udienza privata”. Nessun comunicato, nessuno scambio di discorsi ufficiali. Bensì un intenso – riservatissimo – scambio di vedute. Molto soddisfatto dell’accoglienza, il presidente della Camera (e leader supremo dell’Udc) ha dichiarato di aver ricordato con il pontefice la storica visita di Wojtyla in Parlamento. “BenedettoXVI ci ha confermato la particolare attenzione con cui guarda al nostro Paese ed alle sue istituzioni rappresentative”, ha concluso.
 
 Ednììind Stoiber, governatore democristiano della Baviera, è uscito il 3 novembre scorso dal Vaticano, raccontando di un Papa “molto ben informato” sui dettagli della politica interna tedesca.
 
 Casini, rientrando alla Camera, ha descritto un pontefice con una “grande conoscenza” delle cose italiane e non solo degli affari internazionali. Si è parlato dei legami tra Santa Sede e Italia e naturalniente del peso e del ruolo del mondo cattolico. Il Papa tedesco si rivela attento lettore di dossier nonché pianificatore metodico.
 
 Così, dopo la fase di rodaggio, comincia a delinearsi il suo progetto politico nei confronti della “cara nazione italiana”.
 
 Assistito da Ruini e dal cardinale Sodano (ormai saldamente in sella dopo avere sbaragliato chi voleva rimpiazzarlo), in pochi mesi Ratzinger ha costruito una strategia di incontri e segnali. A meta settembre ha ricevuto il leader della Margherita Rutelli, un mese dopo ha mandato un visibilissimo incoraggiamento al progetto di Marcello Pera di costruire con Comunione e liberazione un asse liberal cattolico ispirato ai teocon americani. E quando Casini e Berlusconi hanno manifestato inquietudine per il rischio di essere tagliati fuori dal rapporto instauratosi tra pontefice e presidente del Senato, Benedetto XVI ha dato subito via libera alle udienze con il presidente della Camera e con il premier e leader di Forza Italia (con cui l’incontro è programmato per il 19 novembre).
 
 Pitì veloce di tutti è stato, però, Clemente Mastella, che si è fatto ricevere dal Papa in udienza già il 23 giugno. Udienza, certo, familiare (c’erano la moglie Sandra e i figli Pellegrino ed Elio), ma per la sua tempestività indizio di una precisa conoscenza ratzingeriana del ruolo che l’Udeur gioca tra l’Unione e i centristi del Polo.
 
 Collegando i diversi incontri, emerge il “perimetro bianco” entro cui Benedetto XVI ritiene di giocare la carta di un’influenza forte da parte della Chiesa. Il panorama si completa con gli eccellenti rapporti che Alemanno (An) ha con il cardinale Martino, presidente del consiglio Justitia et Pax, e il feeling positivo instauratosi tra il leghista Maroni e il presidente della Cei Ruini nel corso del recente incontro. Restano fuori da questo circuito preferenziale Prodi e i Ds, anche se la Cei ha fatto sapere di non essere assolutamente intenzionata a compiere gesti di inimicizia nei confronti dell’Unione durante la campagna elettorale.
 
 Il Vaticano non crede da tempo alla rinascita della Dc e dà per scontato il bipolarismo tendenziale instauratosi in Italia. Ma non esclude l’ipotesi seppur oggi remota di un’eventuale Grande Coalizione e soprattutto è deciso a utilizzare al massimo le possibilità di influenza, che vengono offerte dal ritorno al proporzionale. Ciò che conta è che nelle varie situazioni locali l’episcopato sia in grado di orientare l’elettorato (strettamente cattolico o meno) a favore dei partiti maggiormente disponibili ad accettare le richieste della gerarchia. In questo senso non si tratta di esprimere  scelte secche tra uno dei poli, ma di aiutare al l’interno degli schieramenti le forze considerate più amiche.
 
 Il programma su cui Ratzinger mette alla prova i suoi interlocutori è esattamente quello esposto al Quirinale nel giugno scorso: difesa della vita, famiglia, scuole cattoliche. Con prezzi precisi: no ai Pacs, no a modifìche alla legge sulla procreazione assistita, finanziamenti totali agli istituti cattolici.
 
 Fa parte di questa strategia il lento sfaldarsi della monarchia berlusconiana. Perché serve tempo. E’ il motivo per cui l’Avvenire è sempre stato gelido nei confronti dell’antiberlusconismo frontale di Follini. Casini, in Curia, piace molto di più.