La Margherita romana e laziale continua a essere scossa dalla discussione tra Rutelliani e Popolari. Oggi Lucio D’Ubaldo, esponente della seconda “corrente”, ha presentato la sua candidatura alla segreteria romana ma e’ ”pronto a ritirarla se Riccardo Milana conferma l’accordo” secondo il quale a dirigere il partito a livello regionale ”sara’ Francesco Scalia”, anche lui mariniano. E liquida la terza via proposta dal capogruppo Dl in regione Mario di Carlo di riprodurre cioe’ il modello nazionale con un vertice a due, coordinatore e presidente sia a livello romano che a livello regionale, spiegando che ”nessuno si e’ accorto che Dalia è presidente del partito a Roma” perche’ ”il presidente e’ una figura inesistente”.
D’Ubaldo ha presentato la sua candidatura ”di servizio”, come l’ha definita, con una conferenza stampa, affollata di supporter, affiancato da Franco Dalia (”l’anima guerriera che aiuta un pacifista come me ad affrontare la battaglia congressuale”, ha spiegato) e Amedeo Piva, vice-capogruppo dell’Ulivo e coordinatore della Margherita in Campidoglio, ma anche molti esponenti dell’ anima popolare dei dl romani tra i quali l’ex assessore al commercio capitolino Franco Cioffarelli.
L’obiettivo di D’Ubaldo e’ ”riportare al centro del dibattito il progetto politico, quello che porta alla costruzione del Partito democratico” e toglierlo dalle vischiosita’ dell’occupazione dei posti (”la geometria di potenza” come l’ha chiamata) fatta tra l’altro su ”conti di tessere” che lasciano molti dubbi se – ha ricordato – il Ppi, prima di sciogliersi con il 5,5% dei consensi elettorali contava 5.000 tesserati e la Margherita con il 9% dichiara 50.000 tesserati”.
La parola chiave per D’Ubaldo e’ ”equilibrio”, l’aveva detto ieri e lo ha ribadito oggi: se a Roma governa il partito un uomo di Francesco Rutelli (”che nella nostra citta’ ha un peso e un’importanza non eludibile”) a livello regionale ”deve esserci un uomo della componente popolare” anche a rappresentare le istanze di una base forte nelle cinque province. Tra l’altro ”l’accordo in questo senso c’era, ed era un’intesa approvata in sedi autorevoli oltre che con Milana”, ha ribadito. Piu’ duro Dalia che ha parlato ”di grande fragilita’ della Margherita” se il congresso ”e’ costruito sul rumore di sciabole e scudi”. ”Preoccupato per il conflitto ma ”sereno” si e’ detto Piva che, senza nascondere il disappunto per ”aver saltato il passaggio dei congressi municipali” auspica ”un congresso che discuta le idee raccolte sul territorio” perche’ ”non si perda il senso di una seria partecipazione”.
Gli uomini di Marini attendono un segnale di chiarezza ”perche’ – ha sottolineato D’Ubaldo che si candida per dovere ma e’ ”onoratissimo” di fare l’assessore – non possono prevalere volontà soverchianti. Altrimenti ci saranno due candidature a livello romano, due a livello regionale e forse, chi può dirlo, anche due candidature a livello nazionale”.