RADICALI ROMA

Raccolte 5mila firme in piazza le unioni civili arrivano in Aula.

Raccolte 5mila firme in piazza le unioni civili arrivano in Aula.
Cornelia Berretta. roma@epolis.sm
Anche Roma, a breve, potrebbe avere un Registro delle Unioni civili. Sono state, infatti, raccolte le 5mile firme necessarie per portare in Aula la delibera di iniziativa popolare che
prevede l’istituzione del Registro. A dare l’annuncio ieri nella sede dei Radicali Massimiliano Iervolino, segretario associazione radicali Roma, partito promotore dell’iniziativa volta a raccogliere le firme necessarie. «Abbiamo raggiunto le 5mila firme nei due tre mesi disponibili – sottolinea Iervolino – ma la raccolta finirà il 7 giugno». Da quella data il consiglio comunale ha tre mesi di tempo per discutere la delibera, che quindi potrebbe essere votata, questo è l’auspicio dei Radicali, anche prima di settembre. Intanto, Roberto Giulioli, esponente della Sinistra Democratica, ieri pomeriggio ha presentato in Aula i documenti relativi alla delibera sul Registro delle Unioni civili da far firmare anche a Verdi, Prc e PdCi, che avevano già dato il loro assenso nei giorni scorsi. Alle loro firme, ieri pomeriggio, si sono aggiunte anche quelle di Carlo Fayer e Fabrizio Panecaldo, rispettivamente capogruppo e consigliere della Lista civica; e ha detto sì anche Annamaria Carli (Ds). È stata l’unica del gruppo dell’Ulivo ha firmare il documento. Amedeo Piva, vicecapogruppo dell’Ulivo definisce addirittura «ridicolo» il portare in Aula quel provvedimento, «dato il momento di grande lavoro che sta affrontando il governo nazionale per trovare su quel tema una soluzione condivisa». Parla di «manovre di pressione che non farebbero altro che creare confusione e ritardi nelle decisioni del Governo». Piva non entra nel merito del provvedimento e a una precisa domanda su quale sarà il suo voto, nel momento in cui quella delibera arriverà in Aula, risponde «Vedremo». La stessa risposta la dà anche Pino Battaglia, capogruppo dell’Ulivo, ma lui nel merito entra. «Personalmente non ho problemi a riconoscere alcuni diritti – spiega Battaglia – Penso, però, che chi percorre un percorso politico debba puntare a portare a casa un risultato. La sola testimonianza non serve». Di quello si tratta per Battaglia, la delibera rappresenta una pura «testimonianza», soprattutto considerando che «qualunque atto voti il consiglio non ha alcun valore in mancanza di una normativa nazionale». Per Gianluca Quadrana, invece, il raggiungimento delle 5mila firme è «il riconoscimento della vittoria ottenuta dal comitato promotore dell’iniziativa, che ha scelto di demandare alla società civile il compito di decidere se portare o meno in Aula il documento». Sulla stessa linea anche Gianluca Santilli, presidente del consiglio in VI municipio, che, però, sottolinea che le 5mila firme «non sono un traguardo, perché ci vogliamo presentare in consiglio avendone molte di più. Il vero traguardo ci sarà quando riusciremo ad avere un voto positivo in Aula.
 
Verso piazza Navona «Vogliono ostacolarci»
Orgoglio laico. Gli organizzatori dell’evento del 12 maggio denunciano discriminazioni e boicottaggi

La nostra non sarà una manifestazione che esclude, ma che include». Massimiliano Iervolino, segretario associazione Radicali Roma, mette i puntini sulle i, soffermandosi sulle differenze fra il Family Day, organizzatoin piazza San Giovanni e “Orgoglio laico”, l’altra iniziativa che si terrà nello stesso giorno a piazza Navona, promossa dai Radicali, che quel giorno ricorderanno anche il trentatreesimo l’anniversario della legge sul divorzio. «La manifestazione di piazza Navona – puntualizza il segretario romano dei Radicali – include tutti i tipi di famiglia e non ne esclude nessuno, mentre la manifestazione di San Giovanni è rivolta unicamente a un tipo di famiglia, quella tradizionale, formata da un uomo e una donna ». Possibilmente sposati in chiesa. Ma Iervolino parla anche delle differenti risorse a disposizione degli organizzatori delle due manifestazioni. «Per pubblicizzare l’evento di San Giovanni – dice – sono stati messi 25 milioni di manifesti davanti alle diverse parrocchie italiane. A noi, invece, è stato addirittura vietato di pubblicizzare la manifestazione di piazza Navona sugli autobus romani».Una discriminazione di trattamento davvero gravissima. Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani, pur riconoscendo che «c’è qualcosa di positivo che si muove a sinistra, visto che mercoledì Cesare Salvi ha detto che lui sarà presente alla manifestazione, così come Prc e Verdi», aggiunge che «molti artisti ci stanno ripensando». E in piazza Navona non ci saranno. Perché? «Lo fanno perché hanno paura di non avere più passaggi televisivi o perché temono di essere discriminati – continua Bernardini – Ma questo è un sintomo pericoloso che i laici hanno trascurato». A piazza Navona, sabato saranno presenti anche dei banchetti per poter sottoscrivere la delibera di iniziativa popolare sul Registro delle Unioni civili, promossa dai Radicali. ■ M.G.