Sappiamo che, a partire dai movimenti per i diritti delle persone omosessuali, il progetto dei DICO ha suscitato critiche e anche opposizione per la sua timidezza. Come radicali abbiamo sempre operato, a partire dal rifiuto di Emma Bonino di sottoscrivere il programma dell’Unione anche a causa della vaghezza del punto relativo alle coppie di fatto, e sempre opereremo per un riconoscimento legale pieno, che abbia come punto di riferimento quello dei PACS, ai quali ricorre un numero sempre maggiore di cittadini francesi.
Riteniamo che, di fronte ai veti e al sabotaggio clericale-vaticano di ogni politica e riforma volta a promuovere diritti civili e libertà individuali, sia fondamentale da parte delle forze politiche che si definiscono laiche accompagnare alle prese di posizione parlamentari una mobilitazione che coinvolga le rispettive “basi” e “organizzazioni”. Il vero e proprio “assalto ai DICO” lanciato dall’opposizione e raccolto anche da parlamentari e forze politiche della maggioranza, dovrebbe indurre in particolare i Democratici di Sinistra, il loro Segretario Piero Fassino e le diverse anime del partito, a decidere finalmente una partecipazione attiva alla manifestazione del 10 marzo, in forme tali da coinvolgere anche i tanti elettori di centrodestra su posizioni liberali e laiche. La strategia di non interpellare mai militanti, attivisti e cittadini sui temi delle libertà individuali – strategia che i DS condividono storicamente con la sinistra comunista – ha consentito in questi anni un rilancio altrimenti impensabile di politiche neo-temporaliste e da stato etico che minano le possibilità riformatrici del Governo Prodi.