Dichiarazione di Paolo Izzo, segretario Radicali Roma
Oggi ho aderito con convinzione al satyagraha da pochi giorni indetto dalla associazione radicale “Lega italiana per il divorzio breve”, affinché il Senato della Repubblica approvi presto la riforma in discussione nei prossimi giorni sulla riduzione dei tempi per poter accedere al divorzio.
L’iniziativa in tale direzione del segretario della Lid Diego Sabatinelli e delle centinaia di dirigenti politici e militanti che vi hanno aderito, è rappresentativa non soltanto delle battaglie radicali, ma anche della schizofrenia del nostro Paese in tema di diritti civili. Da un lato si ostacola in tutti i modi il matrimonio se a volere sposarsi sono persone dello stesso sesso, dall’altro si ostacola e si rallenta il divorzio tra coloro che non vogliono più essere sposati, impegnando a suon di ingenti spese avvocati, giudici, tribunali e ingolfando il sistema della giustizia civile già oberato. Sono gli stessi ostacoli che incontra chi non vuole avere figli e ricorre alla interruzione volontaria di gravidanza o alla contraccezione di emergenza, e al contempo anche chi figli vorrebbe averne e cerca di accedere alla fecondazione assistita. Per quest’ultima, ancora, la ricerca scientifica si imbatte nei tanti paletti posti in essere dalle nostre leggi, ma trova invece campo più libero se si tratta di tenere in vita chi non vorrebbe più vivere o in effetti non vive già più. Mentre pre-life e post-life sono sempre all’opera, dunque, pur di negare la libertà di scelta e l’autodeterminazione agli individui, cioè a chi si trova in mezzo, nella vita adulta e responsabile, altri – ma sono sempre gli stessi – vorrebbero ancora tentare di rendergliela quanto meno difficile, quando ci sono in ballo diritti civili e scelte consapevoli e condivise, anche non collegati ad ambiti più “sensibili” come la nascita e la morte.