RADICALI ROMA

Radicali, mozione anti-Capezzone E lui: è una fatwa

«E’ il leader liberale e  radicale più assenteista dei  deputati», uno che «Ichino  definirebbe un fannullone o un  truffatore». La sentenza di condanna  per Daniele Capezzone arriva in  serata dal Comitato dei Radicali  italiani, sotto forma di una mozione  – prima firma Marco Pannella   – che  invita a una verifica sul lavoro di  tutti i parlamentari ma che riguarda  soprattutto Capezzone, con i dati  che «dimostrano la sua totale  mancanza di impegno come  presidente della Commissione Affari  costituzionali». La mozione di  sfiducia viene approvata con 28 sì, 7  no e 3 astenuti. Pochi giorni fa  Capezzone era stato estromesso  dalla rassegna stampa domenicale di  Radio radicale dal direttore  Massimo Bordin e aveva denunciato  di essere oggetto di «un bavaglio».  Ieri è arrivato a parlare di «una  fatwa» da parte dei dirigenti. Uno  dei motivi del contendere è la nascita  del «network liberale e liberista», la  nuova creatura capezzoniana che  vedrà la luce dopodomani. Ieri al  Comitato, Pannella ha attaccato  Capezzone: «Rappresenta il peggio  della nostra storia». E il bavaglio?  «Con quello ci fa affari» . Il  documento addita Capezzone come  «il più sistematico nell’abusare di  una prassi anti-regolamentare sulle  missioni». Emma Bonino concorda:  «Il partito non è un autobus: quando  ci si entra, ci si sta con delle regole. E  poi: cosa si direbbe di un ministro  che non va mai in ministero?».  Capezzone replica: «Da mesi faccio  finta di non vedere e di non sentire.  Ma ora non posso negare di essere  allibito e addolorato. Come è  possibile che un tale mostro abbia  visto approvate per ventisei volte in  cinque anni le proprie mozioni dal  partito?». In serata, nella  conversazione con Bordin, Pannella  ha aggiunto, parlando del network:  «Dopo i volenterosi, chi ci abbocca  ancora?». E ha denunciato: «Ho  parlamentari che possono  testimoniare: dieci giorni fa, ha  chiesto se erano disponibili a fare un  sottogruppo del gruppo misto per  rompere il gruppo della Rosa nel  pugno». E proprio della Rosa si è  parlato al Comitato, che ha dato  mandato agli organi dirigenti di  proporre «innanzitutto, ma non  solo, ai soggetti costituenti della  Rosa nel pugno, una Assemblea  nazionale liberale, socialista, laica,  radicale, da convocarsi entro  l’estate».