CIE I Radicali: «A Ponte Galea manca personale della Croce rossa» Il Manifesto pag 6 «Abbiamo riscontrato un solo caso di maltrattamenti, nei confronti di un cittadino tunisino, Toujani l-lanihem di 25 anni. Per il resto i principali problemi riscontrati riguardano la carenza di personale e l'allungamento dei tempi di reclusione». Lo dichiarano Elisabetta Zamparutti, deputata radicale e Massimiliano lervolino, responsabile per i diritti umani della Provincia di Roma che ieri mattina hanno visitato il Centro di identificazione e espulsione di Roma, Ponte Galeria. Toujani Anihem, l'uomo che ha raccontato di essere stato maltrattato, sarebbe stato picchiato dalla polizia dopo aver cercato di arrampicarsi sulle inferriate. Nel Cie sono attualmente presenti 272 persone trattenute, 128 donne e 144. «L'aspetto critico - proseguono - è quello relativo all'organico degli operatori della Croce Rossa. Il Cie, nonostante il nuovo direttore abbia un atteggiamento molto comprensivo nei confronti delle persone trattenute, vive una situazione di sofferenza propria di una struttura nata per far fronte a restrizioni della libertà personale di 2 mesi e che ora si è prolungata a 6 mesi. Un prolungamento che rappresenta per molti dei trattenuti una véra e propria tortura» Il dossier Gli ispettori al Cie: detenute 272 persone Sopralluogo a Ponte Galeria troppi reclusi, pochi operatori Dnews Roma pag.11 Operatori della Croce rossa insufficienti, sovraffollamento e difficili condizioni di vivibilità a causa della compresenza di persone che provengono dal carcere con richiedenti asilo e persone che non vantanoo alcun precedente penale. E il bilancio della visita ispettiva al Cie di Ponte Galeria di Elisabetta Zamparutti, deputata radicale e Massimiliano Iervolino, responsabile per I diritti umani della Provincia. «Abbiamo verificato la presenza di 272 persone trattenute – dichiarano in una nota -l28donne e 144uomini, su una capienza di 364 posti di cui 306 effettivi per via della chiusura di alcuni settori».Condizioni di sovraffollamento,ma anche operatori insufficienti: «In tutto solo 45, un numero che consente una copertura di 15 persone nei turni diurni e 6 in quelli notturni. Ne servirebbero almeno dieci in più ». «Il Cie - concludono -vive una situazione -dì sofferenza propria di una struttura nata per farfronte a restrizione della libertà personale di 2 mesi che ora si è prolungata a 6mesi>. Cie di Ponte Galeria, la denuncia dei radicali: "Un carcere a cielo aperto" Una delegazione del partito Radicale ha visitato in mattinata la struttura raccogliendo la denuncia di maltrattamenti subiti da un 25enne tunisino da parte della Polizia. Iervolino, responsabile per i diritti umani della Provincia di Roma: “Situazione ad alta tensione” di Matteo Scarlino - 08/09/2009 “Un carcere a cielo aperto”. E' questa la definizione che Massiliano Iervolino, responsabile per i diritti umani della Provincia di Roma dà del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria che oggi è stato visitato da un delegazione composta da Elisabetta Zamparutti, deputata radicale, e dallo stesso Iervolino. Una situazione ad alta tensione, resa pericolosa dal vuoto della quotidianità a cui sono costretti i detenuti del centro. Racconta Iervolino: “Di fatto, dalle 8 del mattino, fino a mezzanotte, queste persone non hanno nulla da fare. A differenza dei detenuti di un carcere non sanno come occupare la giornata ed è normale che si verifichino poi situazioni di grossa tensione”. La delegazione radicale ha raccolto anche il racconto del maltrattamento di un cittadino tunisino, Toujani Hanihem, ospite del centro che sarebbe stato maltrattato dai poliziotti del centro. “Il 25enne”, spiega Iervolino, “ha dei problemi psichici e qualche giorno fa, verso l'ora di pranzo, ha cominciato ad andare in escandescenze, tentando la fuga. Una fuga più mentale che fisica però, ci hanno raccontato i suoi amici. A questo tentativo i poliziotti hanno reagito malmenando il giovane che ci ha mostrato i segni dei maltrattamenti subiti”. I radicali hanno chiesto informazioni sull'accaduto al direttore della Croce Rossa che però ha detto di non saperne nulla. La struttura attualmente conta la presenza di 272 detenuti, di cui 128 donne e 144 uomini, su una capienza di 364 posti di cui 306 sono quelli effettivi per via della chiusura di alcuni settori. “L’aspetto critico”, spiega l'onorevole Elisabetta Zamparutti, “è quello relativo all’organico degli operatori della Croce Rossa che sono in tutto solo 45. Un numero che consente una copertura di Toujani Hanihem persone nei turni diurni e 6 in quelli notturni. Ne servirebbero almeno 10 in più”. Anche questa carenza non aiuta ad allentare la tensione che, dall'approvazione del decreto sicurezza che porta a sei i mesi di permanenza massima presso il centro, è senza dubbio in aumento. “Il prolungamento” spiega Iervolino, “rappresenta per molti dei trattenuti una vera e propria tortura che li porta anche a compiere gesti estremi come l’autolesionismo. Molti dei trattenuti non sono infatti al corrente della nuova normativa e la notizia di ulteriori proroghe li coglie di sorpresa”. Una situazione che porta i radicali a confermare e ribadire la propria posizione nei confronti del decreto sicurezza: "Il prolungamento dei tempi di reclusione contribuisce certamente a degradare la dignità umana dei trattenuti ma non sembra aver minimamente risolto il problema della identificazione, pre-condizione all’espulsione, che dipende dalla collaborazione delle rappresentanze dei paesi di provenienza e che non risulta risolta."