RADICALI ROMA

Radicali Roma: il sindaco Marino aiuti i Rom a uscire dai ghetti


Dichiarazione di Paolo Izzo,

Segretario dell’associazione Radicali Roma

«Ci auguriamo che l’appello al sindaco di Roma Ignazio Marino, lanciato dal portavoce della comunità Rom rifugiata a via Salviati Dragan Trajkovic e trasmesso dall’Associazione 21 Luglio, non resti inascoltato. Giovedì torneremo sul posto, dove il 12 luglio siamo intervenuti contro l’inadeguata e improvvisa ordinanza di sgombero, a raccogliere le firme per i 12 referendum radicali dei Rom cittadini italiani, come abbiamo annunciato nei giorni scorsi.

«Per ora le notizie ufficiose dall’insediamento riguardano ulteriori minacce di sgombero ricevute dal vicecomandante della polizia municipale Antonio Di Maggio: speriamo che tali voci siano infondate e che Marino sappia invece cogliere una grande occasione per avviare anche qui a Roma e dopo la politica fallimentare della giunta Alemanno, la strategia d’inclusione nazionale per i Rom che ha dato e sta dando i suoi frutti in altri comuni (Milano, Torino, Bologna). Siamo certi inoltre che l’amministrazione è pronta al dialogo e che soddisferà le richieste relative a una soluzione condivisa che sono arrivate nel corso degli ultimi venti giorni.

«Con la lettera aperta che abbiamo scritto come Radicali Roma insieme ai portavoce del campo e a Moni Ovadia, sottoscritta da Santino Spinelli, Antun Blazevic, Fabio Alberti, Raffaella Di Marzio, Rudi Salkanovic, Giuseppe Rippa, Rita Bernardini, Irene Testa, Marco Perduca e pubblicata da il Manifesto, Agenzia Radicale e Liberazione, abbiamo chiesto un incontro al Sindaco di risolvere la questione con coerenza e nel rispetto della legalità e del diritto: non dubitiamo che arriverà presto una risposta positiva, che consenta a Marino di sancire una netta rottura con la politica del suo predecessore. Alemanno negli ultimi tre anni ha speso decine di milioni di euro, ottenendo solo il moltiplicarsi di micro-insediamenti abusivi ai danni di tutti i cittadini di Roma: uno scenario che si ripeterebbe anche in questo caso, se si proseguisse con la politica dissennata dei ghetti su base etnica, degli sprechi e del disprezzo delle regole».