RADICALI ROMA

Radicali Roma / Izzo: "Nessuna discontinuità tra lavoro militante e vita istituzionale"

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La relazione del Segretario Paolo Izzo apre i lavori dell’Assemblea annuale di Radicali Roma

Si è aperta questa mattina l’Assemblea annuale di Radicali Roma. Inaugurando i lavori, il Segretario uscente Paolo Izzo ha esposto ai presenti la sua relazione, facendo il punto sull’intenso anno di iniziative politiche portate avanti dall’associazione e proponendo la strada da percorrere nei prossimi mesi.

Izzo ha posto l’attenzione sullo scenario politico attuale e sulla missione di un soggetto politico radicale territoriale, sovraesposto alla cruenta marginalizzazione mediatica – che accompagna in genere l’azione radicale – benché nell’ultimo anno si sia vista concedere spazi insperati.

“Il lavoro politico di Radicali Roma nel prossimo anno – secondo Paolo Izzo – dovrebbe riguardare il coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso l’iniziativa popolare, sintetizzato nella espressione “SCAMPIAMOLI” – cioè togliamo dai campi di concentramento menti e corpi e diamo loro scampo attraverso le nostre risorse e proposte – fino all’uso preciso e costante del ricorso alle giurisdizioni sovranazionali, come pure abbiamo fatto quest’anno.”

“Sicuramente – continua Izzo – la nostra missione è quella di rafforzare, nello specifico di Roma, il piccolo ma significativo spazio di Riccardo Magi nel Consiglio comunale capitolino che, da solo, anche se con il nostro supporto, è stato ed è in grado di sviluppare il valore aggiunto dell’alterità radicale. Ma questo significa anche metodo, legalità e sottrazione a ogni tentazione spartitoria, denuncia costante, senza demagogia parolaia, di tutti i caratteri del malaffare, sviluppando quei controlli sui conti comunali dai quali si può trarre il filo rosso della deriva corruttiva. È la sfida dei Radicali Italiani e dei Radicali di Roma. E non c’è e non deve esserci discontinuità tra lavoro militante e lavoro istituzionale, così come finora è stato svolto, che deve pure continuare a essere rafforzato, ma che va associato al lavoro rappresentato dall’identità nonviolenta, di disobbedienza civile, di difesa dei diritti umani di quei marginali “più marginali” e assolutamente senza diritti, a cui il nostro dovere di essere prima di tutto esseri umani ci costringe eticamente e politicamente a rivolgerci”.