RADICALI ROMA

Radicali Roma / Ostia – Dove c'è trasparenza, c'è legalità. E si vede anche il mare

Dichiarazione di Paolo Izzo, Segretario Radicali Roma, e dell’avv. Maria Laura Turco, Direzione Radicali Roma
 
«Non ci stupiscono le notizie degli odierni arresti a Ostia di esponenti dei clan Fasciani e Spada, dell’ex direttore dell’Ufficio tecnico del X municipio, di imprenditori e del faccendiere del centro intelligence interforze dello Stato maggiore della Difesa, che riguardano anche gli affidamenti truffaldini delle concessioni balneari. Da tempo abbiamo denunciato che quello delle spiagge è un affare succulento, dal quale si ricavano tanti soldi, e lo abbiamo fatto con esposti alla Procura della Repubblica e ricorsi alla Commissione europea. Abbiamo denunciato non solo la commissione degli abusi, ma anche – per omissione d’atti d’ufficio, ai sensi dell’art. 328 c.p. – le istituzioni che tali abusi non hanno represso, magari ricorrendo alla revoca delle concessioni.
Nell’ottobre 2013 abbiamo presentato un esposto a seguito del quale la Magistratura ha consigliato agli amministratori la riapertura dei due varchi al pontile (seppure questi, a tutt’oggi, non siano fruibili per la scarsa visibilità e assenza di cartellonistica comunale che consentirebbe di individuarli). Recentemente, ai primi dell’ottobre scorso, abbiamo denunciato per omissione di atti d’ufficio le Autorità delegate a far rispettare l’altezza dei muretti di recinzione verso l’esterno, dal momento che in molte concessioni è prevista l’altezza massima e un sistema a giorno che consenta la vista mare dall’esterno. Due giorni dopo, negli uffici municipali, è divampato un incendio che ha distrutto documenti allegati alle concessioni, che non sappiamo ancora se riguardanti proprio l’oggetto della nostra denuncia. Abbiamo comunque informato la Magistratura di avere una copia di dette concessioni. A Marzo 2014 abbiamo presentato ben due ricorsi alla Commissione europea per far aprire una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano per violazione della direttiva Bolkestein che impone un bando di gara per l’affidamento delle concessioni balneari e il divieto di rinnovo automatico ai concessionari uscenti. Tale direttiva è legge in Italia dal 2010, tuttavia il nostro Paese è riuscito a prorogare le concessioni in essere al 31.12.2009, prima – con la legge 25/2010 – fino al 31.12.2015, poi – con la legge 221/12 – fino al 31.12.2020.
Se l’Italia avesse rispettato le sue leggi, ossia la direttiva Bolkestein, l’affidamento delle concessioni sarebbe improntato a principi di trasparenza, con vantaggio degli utenti che godrebbero di migliore servizio a prezzi più competitivi e, di certo, non sarebbe più possibile continuare a commettere i reati che oggi sono contestati.
Quando è lo Stato il primo a non rispettare le sue leggi non stupisce che prevalga l’illegalità e la sopraffazione».