L’ultima sortita che ha fatto saltare dalla sedia Massimo D’Alema è quella del fogliettino Rai sulle nomine. Al ministro degli Esteri che aveva parlato di un’Unione “troppo buona” con i direttori targati Cdl ha replicato carte alla mano Daniele Capezzone: «In Parlamento ho trovato un foglietto…». Parole chiarissime che hanno provocato il putiferio nella maggioranza. Ma quella sulle nomine Rai non è stata l’unica presa di posizione dei radicali.
Qualche giorno prima sempre Capezzone aveva espresso critiche durissime contro la Finanziaria: «Non si possono tenere milioni di italiani nell’incertezza di un balletto di cifre. Prodi abbia la determinazione di dire un chiaro no alle componenti comuniste della sua maggioranza. L’Unione sta facendo una figuraccia…». Un altro pugno allo stomaco della maggioranza guidata dal Prof. Gli alleati “radicali” sono sempre più una spina nel fianco dell’Unione. Ma le loro posizioni critiche non sono passate inosservate e c’è già chi nel centrodestra pensa a riaprire il dialogo con Marco Pannella, Emma Bonino e Capezzone.
A lanciare la proposta è Sandro Bondi: «Un centrodestra rinnovato e competitivo non potrà fare a meno di loro». Il coordinatore di Forza Italia nel corso del filo diretto di Radio Radicale, spiega che ciò debba avvenire gradualmente: «Non vuol dire che qualcosa debba cambiare adesso». Per l’esponente azzurro, infatti, «Capezzone e Bonino sono l’ancoraggio liberale dell’Unione».
Un’ipotesi che trova d’accordo Gianfranco Rotondi: «Bisogna riaprire un colloquio con i radicali. Il problema riguarda il centrodestra – dice il segretario della Democrazia cristiana – non la Dc da me guidata che non lo ha mai interrotto. Ne è una prova il fatto che il segretario radicale Capezzone sarà ospite d’onore della giornata di apertura delle Giornate dell’Amicizia in programma a Saint Vincent dal 6 all’8 ottobre».
Chiaramente è necessario vedere che cosa ne pensano i diretti interessati. «Bisogna capire – spiega Benedetto Della Vedova, segretario dei Riformatori Liberali che si staccarono da Pannella e Bonino perché non condividevano la svolta a sinistra — se la scelta consapevole di far vincere Prodi sia reversibile. Bondi ha perfettamente ragione quando dice che il futuro del centrodestra passa sicuramente per la valorizzazione e la presenza di una componente liberista, americana, garantista ma anche libertaria. Un centrodestra senza un’anima libertaria — spiega ancora — è un centrodestra monco politicamente ed elettoralmente. Ed è quello a cui stiamo lavorando noi. Ma ora bisogna vedere cosa ne pensano i radicali e se sono disposti a fare un passo indietro…».