Marco Pannella sa che per tanti italiani “Radio radicale” non è stata solo la radio del Partito radicale, ma una zona franca, un luogo dove è possibile ascoltare tutto e anche il contrario di tutto. A chi fa il nostro mestiere non sfugge il fatto che Marco abbia un rapporto “paterno” con la radio e la usi anche per condizionare gli altri mezzi di comunicazione. D’altra parte per un piccolo ma combattivo partito, che vive grazie a puntuali e forti campagne civili, quella radio è essenziale e vitale. È dunque uno strumento pubblico e privato. Come i partiti. Ed è giusto che come i partiti riceva un finanziamento pubblico. In questo quadro la rassegna stampa mattutina è diventata, come “Prima pagina” su Radio3, un’istituzione. E il direttore, Massimo Bordin, ne è un interprete fedele. Devo dire che la domenica, quando questo compito gli spetta, Daniele Capezzone lo svolge con mestiere e onestà, da segretario del Pr e ora che non lo è più. Sollevo questo tema perché Pannella ne ha parlato a “Radio radicale”, in contraddittorio con Bordin, e non c’è da stupirsi. Se quella radio è di tutti è giusto parlarne pubblicamente. E se bisogna esprimere un’opinione è bene farlo pubblicamente. E io lo faccio con amicizia.