RADICALI ROMA

RAGIONI DI UNA POSIZIONE DI UNA SCELTA

Da www.radicali.it

Roma, 1 marzo 2005

Negli ultimi giorni, nelle ultimissime ore, ma già a partire dall’iniziativa radicale – rivolta ai due poli del bipolarismo – in vista delle elezioni Regionali, è venuta inequivocabilmente alla luce e si è sviluppata una realtà politica italiana di staordinaria, storica, forse epocale gravità, tale da rendere non solamente possibile ma – allo stato attuale – perfino probabile la rivincita di forze e di poteri che furono battuti e disfatti quando tentarono di inchiodare la società, lo Stato, le donne e gli uomini italiani all’indissolubilità del matrimonio, all’aborto clandestino di massa, al dominio proibizionista della loro vita morale, civile, di coscienza, religiosa, sessuale, di costumi e di convinzioni, di uso della scienza medica in tema di terapie, di dolore, di qualità anche della morte.

Quelle sconfitte e quelle vittorie non furono solamente politiche, né solamente italiane, ma civili ed europee, e come tali salutate allora – e ancora oggi – come espressione di una nuova Italia, laica, democratica, liberale.

Ci siamo in queste settimane convinti che il “fronte del No ai radicali”, per la eliminazione della loro presenza nelle vita istituzionale italiana, ne cela un altro, ben determinato e capace di una clamorosa e disastrosa rivincita di stampo clericale, fascista, incivile, esclusivamente fondata sull’inganno del popolo italiano da parte di una politica corrotta, corruttrice e menzognera.

Anche in considerazione delle verifiche che ci sono giunte non solamente dall’interno del centro-destra, dove la volontà e l’impegno di Berlusconi sono stati – almeno per ora – battuti, ma anche e soprattutto dal centro-sinistra, siamo giunti alla conclusione che il pur non disdicevole compromesso, strappato dai Ds, auspicato da Sdi, Prci, da una gran parte della base della stessa Margherita della quale abbiamo trovato eco e forza nell’impegno di Franco Marini e di altri esponenti parlamentari e politici di quell’area, non possa essere accettato da “Radicali–Luca Coscioni”, pena la trasformazione della campagna elettorale regionale in una poderosa opera di distrazione, di libero campo per le forze del centro-destra che hanno saputo sfidare e battere il loro leader, e per quelle di sinistra la cui strategia risente non solamente di aperte convergenze con quelle areee della maggioranza, ma sembrano candidate a esprimere le esigenze di potere e di controriforma delle attuali gerarchie vaticane e dei fondamentalismi distruttori che con essa operano, come dimostrano le recenti votazioni all’Onu sul tema della libertà di ricerca scientifica, e l’ostilità verso le minoranze laiche che tentano di sconfiggere Governi reazionari e opposizioni violente dei vari fondamentalismi ivi riuniti.

Abbiamo constatato che, ben più che Berlusconi e la sua maggioranza, attualmente Romano Prodi rischia di esprimere una posizione atta, se non volta, a secondare la rivincita antireferendaria, antilaica e antiliberale che in Italia si sta tentando di costruire e imporre.

Noi siamo convinti che, nella sua immensa maggioranza, il popolo di centro-sinistra è sulle stesse volontà e speranze che ancora una volta, pressochè soli, difendiamo con adeguata energia.

Forse, ce lo auguriamo fortemente, per la prima volta in questi decenni, oggi possiamo persguire una comune mobilitazione politica, sociale e civile anche con la classe dirigente dei Ds, che hanno ereditato nella sinistra oggi democratica la stessa centralità del Pci di allora.