ANSA news, 07 – 03 – 2005
da www.ansa.it
ROMA
Il richiamo del cardinale Camillo Ruini alla ”compattezza” dei cattolici nell’astensione per non peggiorare la legge sulla fecondazione assistita accende il confronto sui referendum, ancor prima di sapere in quale data si svolgeranno.
Sono soprattutto i Ds e i Radicali a protestare per quella che considerano un’indebita interferenza del presidente dei vescovi nella politica italiana e per una presa di posizione che, per Gavino Angius, ricorda i tempi della guerra fredda. Le parole di Ruini non sono giunte di sorpresa, perche’ la simpatia del vertice della Cei per l’astensione era gia’ emersa, tanto da alimentare la polemica dei promotori che temono pressioni ecclesiastiche per fissare la data dei referendum il piu’ tardi possibile, in modo da favorire l’ astensione. Mentre questa possibilita’ e’ stata smentita dal coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, che pur orientato personalmente all’astensione ha detto che la data dovra’ essere tale ”da non scoraggiare il voto”, la novita’ e’ nel fatto che la presa di posizione di Ruini al consiglio permanente della Cei e’ stata forte quanto esplicita: il presidente dei vescovi chiama i cattolici ad una ”grande compattezza” nell’astensione ai referendum, e chiude la strada a chi pensava di votare ‘no’, visto che cosi’ si potrebbe ”favorire sia pure involontariamente il disegno referendario” attraverso il raggiungimento del quorum.
A seguito della presa di posizione esplicita per l’astensione, le polemiche che prima covavano sotto la cenere contro i vescovi si sono fatte esplicite. Quelle piu’ colorite sono quelle dei radicali, che con Daniele Capezzone e Marco Cappato si dicono certi che i cattolici disattenderanno l’ appello del cardinale. Ma duri sono anche i Ds: per la segreteria parla il coordinatore Vannino Chiti, che denuncia le parole di Ruini come ”anacronistiche interferenze”, mentre Angius, capogruppo al Senato, parla di attacco alla laicita’ dello stato e sostiene che ”era dai tempi della guerra fredda che non sentivamo un tale richiamo all’ unita’ dei cattolici in politica”.
Di fatto, quindi, l’appello di Ruini apre un ulteriore capitolo dei difficili rapporti fra i Ds e almeno quella parte della Margherita di tradizione cattolica e democristiana, che dovrebbe essere sensibile alle posizioni dei Vescovi. Cosi’ ad esempio Giuseppe Fioroni ricorda ai Ds che entrambi i partiti ritennero legittima l’astensione ai tempi del referendum per l’estensione alle piccole imprese dell’articolo 18 sui licenziamenti, quindi non possono considerare illegittima la stessa scelta sulla fecondazione. Mentre in posizione intermedia si colloca Roberto Villetti, dello Sdi, che, pur sostenendo i referendum, riconosce la legittimita’ del pronunciamento dei vescovi e invita ad evitare di trasformare il voto in crociata o in uno scontro fra laici e cattolici. Su questo punto, la verde Luana Zanella lamenta che ”la parola della Chiesa” possa ”trasformarsi in propaganda”, mentre Pino Sgobio, del Pdci, afferma la necessita’ della ”battaglia per la laicita’ dello stato”. Chi si dichiara esplicitamente sulle posizioni di Ruini e’ Riccardo Pedrizzi, senatore di An, convinto che ”la morale non si possa mettere ai voti”. Anche Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per il mondo cattolico, giudica ”inaccettabile” quello che chiama ”l’attacco concentrico che la sinistra rivolge al cardinale Ruini”.