Potrebbe scoppiare presto l’emergenza sanitaria nel carcere di Regina Coeli. Da martedì, infatti, i medici penitenziari convenzionati della struttura sono in sciopero per protestare contro il ritardo di oltre 6 mesi nella corresponsione delle parcelle dovute. Assieme ai medici sono in stato di agitazione anche i 25 infermieri della cooperativa che lavora nel carcere (che garantiscono oltre il 50% dell’assistenza sanitaria) perché anche loro non percepiscono dallo scorso mese di agosto gli stipendi.
Da tre giorni, dunque, i medici specialisti sono presenti in carcere per le urgenze. Garantite solo le consulenze psichiatriche, infettivologiche e la fisioterapia. All’interno dell’istituto sono stati bloccati anche gli interventi chirurgici e chiusa la sala operatoria. L’ultima sessione di interventi prevista è stata effettuata martedì pomeriggio. “Una situazione – ha detto il Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni – di estrema difficoltà soprattutto se si considera il fatto che il carcere di Regina Coeli è uno dei Centri Diagnostici e Terapeutici nazionali, con detenuti qui trasferiti da tutta Italia e in attesa di visite o interventi anche di una certa entità da mesi”.
Lo scorso dicembre Marroni aveva denunciato all’opinione pubblica e alle autorità la circostanza che le ragionerie di diverse carceri del Lazio non avevano fondi sufficienti e per questo medici, infermieri e il resto del personale sanitario che opera in convenzione in carcere era rimasto senza stipendio. Per svolgere il lavoro in carcere i medici guadagnano 21,15 euro l’ora, gli infermieri 16. “A dicembre sollecitai il nuovo Provveditore del Lazio a trovare urgentemente una soluzione – ha commentato Marroni – Visto che un altro mese è passato invano, auspico un immediato e non più differibile intervento per pagare le spettanze arretrate agli operatori sanitari ed evitare, al tempo stesso, ulteriori difficoltà al sistema penitenziario del Lazio”.