RADICALI ROMA

Rifiuti: Ecco le nostre considerazioni sulla relazione “tecnica” del Commissario Sottile

 

Il testo che segue è stato inviato all’attenzione del Commissario Goffredo Sottile e per opportuna conoscenza al Ministro Orlano, al Presidente Zingaretti, al Sindaco Marino, all’Assessore Civita, all’Assessore E.Marino e al Presidente Santoro.

In merito alla relazione avente per oggetto: “proposta di soluzione di discarica alternativa a Malagrotta” firmata dal Commissario Sottile ed inviata in data 29/07/2013 al Ministero dell’Ambiente, dopo averla analizzata è corretto sottolineare quanto segue:

  1. La relazione è da ritenersi molto scarna dal punto di vista tecnico scientifico giacché per l’individuazione del nuovo sito sono state utilizzate metodologie cartografiche ed autorizzative. Tecniche di indagine queste, già duramente criticate negli anni precedenti in quanto strumenti di lavoro decisamente approssimativi. Ed invero nella relazione non v’è richiamo alcuno a documenti ufficiali che attestino un qualsivoglia sopralluogo nel sito ubicato in via Ardeatina al Km 15+300. Questa mancanza di per sé molto grave, potrebbe causare l’insorgere di difficoltà tecniche/giuridiche che, sulla medesima materia in oggetto, hanno già contrassegnato negativamente gli anni 2011/2012. E’ però corretto segnalare come le cosiddette “analisi sul campo” siano ad oggi di difficile realizzazione in punta di diritto, visto che l’area in questione appartiene ad un privato che, al momento, non ha ricevuto alcun indennizzo, né tantomeno si è visto espropriare il terreno. Oltre ciò costui, non ha neanche mai avanzato richiesta di costruzione e gestione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi.
  2. La relazione commissariale poi, non fornisce i necessari dati quantitativi e qualitativi derivanti dal funzionamento degli impianti di trattamento meccanico biologico che lavorano i rifiuti di Roma, ivi compresi quelli relativi al trito vagliatore di Rocca Cencia. Tale mancanza è da ritenersi grave visto che senza avere conoscenza di detti dati sensibili è impresa ardua comprendere quanti e quali rifiuti dovranno essere smaltiti nella futura discarica di Roma. A parere di chi scrive è troppo generico parlare di Fos e scarti di lavorazione, visto che nella stessa relazione viene sottolineata l’obsolescenza dei macchinari in esercizio, problema già evidenziato dal Noe nell’ ultima ispezione resa pubblica a febbraio del 2013 dall’allora Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. Ad adiuvandum è importante evidenziare come nelle motivazioni a supporto della scelta del sito della ECOFER (ubicato in via Ardeatina Km 15+300) venga menzionata la presenza di un impianto di trattamento di percolato, liquido inquinante che nella stragrande maggioranza dei casi viene prodotto dalla putrescibilità della parte umida dei rifiuti solidi urbani non adeguatamente trattati. Proprio per questo è essenziale segnalare la circolare inviata il 6/08/2013 dal Ministero dell’Ambiente a tutte le regioni, in cui viene definitivamente chiarito quali sono i trattamenti necessari per il conferimento dei rifiuti in discarica e soprattutto che non potrà arrivare mai più il cosiddetto ‘tal quale’, seppure sottoposto a trito vagliatura. Questo è un passaggio molto importante soprattutto ai fini del raggiungimento degli obiettivi comunitari e del conseguente superamento delle procedure di infrazione che gravano sul nostro Paese in ambito europeo. Giacchè la trito vagliatura secondo le indicazioni interpretative della Commissione europea del 13 giugno scorso non soddisfa di per sé l’obbligo di trattamento dei rifiuti previsto dalle normative in materia, è lapalissiano affermare che questa prescrizione valga anche per Roma e dunque per l’impianto di trito vagliatura ubicato a Rocca Cencia! Motivo per cui continuare a dire che dall’undici aprile a Malagrotta vengono smaltiti solo rifiuti trattati è un’affermazione che stride con quanto ci impone l’Europa.
  3. Il testo del Commissario nel descrivere il sito della ECOFER riporta le capacità di abbancamento di quest’ultimo, in circa 1 milione di m3. Tale volumetria comporta due valutazioni, la prima attiene allo spazio ridotto dell’area prescelta che fa ben intendere la natura provvisoria dell’eventuale discarica, ripercorrendo dunque la medesima strategia già sperimentata con esiti fallimentari dalla ex Giunta Polverini; la seconda invece, riguarda la tempistica di esaurimento del sito, difatti senza conoscere i dati sensibili riportati nel punto precedente è impossibile comprendere, oltre ogni ragionevole dubbio, quale sarà il tempo di funzionamento dell’invaso.
  4. Inoltre in merito alla gestione della futura discarica è dirimente sottolineare come i compiti del Commissario siano ben delineati dal decreto ministeriale n.203 del 27 giugno 2013, infatti l’articolo 2 comma 1 lettere e/f riporta il metodo da seguire una volta individuato il nuovo terreno dove costruire l’invaso. E cioè il procedimento prevede per l’area prescelta o un indennizzo o l’esproprio, con successiva indizione di gara europea per la realizzazione e la gestione della discarica. E’ bene ricordare che tale modus operandi sia stato avallato anche da un parere dell’Avvocatura dello Stato inviato in data 25 novembre 2011, all’allora richiedente Prefetto Pecoraro.
  5. Da apprezzare invece, l’ultimo richiamo riportato nel testo in oggetto, laddove si invita il ministero dell’Ambiente ad emanare quel decreto attuativo, delle esistenti disposizioni di legge, che servirebbe a definire le caratteristiche chimico fisiche della Fos e dunque permetterebbe l’uso di questo materiale per il recupero ambientale delle cave dismesse.

Massimiliano Iervolino, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani

Riccardo Magi, consigliere radicale di Roma Capitale eletto nella “Lista Civica per Marino”