RADICALI ROMA

RIFIUTI: PRODURNE MENO E INCENTIVARE RICICLO E RACCOLTA DIFFERENZIATA

Quella dei rifiuti rappresenta una delle partite più importanti nelle
quali la futura amministrazione regionale dovrà mettersi in gioco. Come è
accaduto per la sanità, anche in questo settore strategico la Regione
Lazio ha dovuto cedere il passo al Governo che ne ha decretato il
commissariamento per un periodo molto lungo. Una exit strategy dovuta,
come nel caso della sanità, alla palese incapacità gestionale dimostrata
dagli amministratori locali che per troppi anni hanno adottato una
politica “da sartoria di serie B”, cioè non impegnata a “cucire”
provvedimenti “su misura” per le esigenze del territorio, ma a cercare di

“rammendare” le falle provocate da incessanti emergenze.

Poiché siamo fermamente convinti che prevenire sia meglio che curare,
riteniamo che, per imprimere un cambiamento radicale nella gestione dei
rifiuti, gli obiettivi prioritari consistano nel ridurre la quantità di
spazzatura prodotta e nell’incentivare concretamente il riciclo e la
raccolta differenziata.Qualche dato può essere utile per delineare lo scenario nel quale dovrà
operare la prossima amministrazione regionale: secondo il rapporto Ispra
2008, nel Lazio la produzione di rifiuti solidi urbani è stata nel 2007 di
3.359.554 tonnellate, con un aumento di circa il 14% rispetto al 2003. Di
questa mole di rifiuti, circa l’83% viene smaltito in una delle dieci
discariche del Lazio. ell’ultimo decennio, questa percentuale non ha
subito notevoli variazioni, a dimostrazione che la “cultura” della
discarica è stata predominante. Anche i numeri relativi alla raccolta
differenziata non sono incoraggianti: nel 2007 il Lazio si è attestato sul
12.1%, lontano da quel 35% previsto per decenni come limite minimo dalle
normative nazionali, che ormai indicano il più elevato traguardo di almeno
il 50%. Nello stesso anno la Lombardia è arrivata al 44.5% e il Veneto al
51.4%, con una media italiana del 27.5 %. Se in tema di rifiuti il Lazio è
una delle regioni meno virtuose, una delle motivazioni va ricercata nelle
difficoltà economiche in cui versano i Comuni. Per non gravare sulle già
esigue casse municipali, per molto tempo la Regione ha fissato tariffe di
accesso agli impianti molto contenute. Attualmente le necessità normative
e gli obblighi di tutela dell’ambiente richiederebbero un incremento dei
prezzi di circa il 20%. Un aumento che, tra l’altro, è giustificato
dall’esigenza di incentivare la raccolta differenziata.

Dal punto di vista dell’impiantistica, riteniamo che il numero di
termovalorizzatori o di impianti equivalenti previsto dal Piano dei
rifiuti sia sufficiente. È necessario, invece, investire sulle strutture
deputate alla separazione e alla selezione del multi materiale (vetro,
plastica, metallo), realizzando almeno due piattaforme, e su quelle che si
occupano del trattamento meccanico biologico dei rifiuti, un procedimento
indispensabile per fornire ai termovalorizzatori materiale ecologicamente
sostenibile da trasformare in combustibile da rifiuti. Inoltre, occorre
disporre di un maggior numero di impianti di compostaggio: nel 2008 la
diffusione del sistema domiciliare porta a porta ha dato una forte spinta
alla raccolta dell’organico, ma la carenza di questo tipo di impianti
scoraggia le amministrazioni e le induce a rallentare lo sviluppo del
porta a porta. Rendere autosufficienti i territori, riducendo così al
minimo il trasporto dei rifiuti da smaltire, rappresenta un altro
obiettivo fondamentale da perseguire. Per centrarlo, bisognerà approvare e
attuare in tempi rapidi la proposta di legge regionale sugli Ambiti
Territoriali Ottimali (ATO).

Sul fronte della prevenzione, invece, la Regione Lazio dovrà attivare
tavoli di concertazione con enti e operatori economici. Inoltre, per
rendere “conveniente” ai cittadini la riduzione e la differenziazione dei
rifiuti, proponiamo il passaggio dalla tariffa parametrica, calcolata sui
metri quadri dell’abitazione e sui residenti, a quella puntuale o
semipuntuale, calcolata sulla quantità di rifiuti prodotti e su quelli
differenziati.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata, è nostra convinzione che
per incrementarla occorra superare il metodo dei contenitori stradali in
cui si riversa il multi materiale e sperimentare, invece, sempre nuove
formule di “domiciliarizzazione” o di “prossimità”, tenendo conto del
fatto che le diversità territoriali, urbanistiche ed edilizie non
consentono di applicare un unico metodo di raccolta differenziata.
Preziosa si potrebbe rivelare anche la collaborazione con la grande
distribuzione attraverso l’istituzione, all’interno dei punti vendita, di
aree attrezzate dove i clienti possano riconsegnare i rifiuti provenienti
dai prodotti acquistati. Come contropartita, commercianti e cittadini
virtuosi potrebbero godere di alcune agevolazioni economiche. Ma la
riorganizzazione del sistema dei rifiuti non può riuscire senza una
corretta e puntuale informazione verso i cittadini e senza una serie di
controlli serrati ai termovalorizzatori e ai gassificatori. Per rispettare
il principio di trasparenza, i risultati delle rilevazioni effettuate per
misurare l’impatto ambientale degli impianti saranno pubblicati nel
portale della Regione Lazio e aggiornati periodicamente. L’amministrazione
regionale, infine, si costituirà parte civile in tutti i processi per
reati ambientali riguardanti il suo territorio.

*da Notizie Radicali, 18/3/2010