Il disastro della gestione dei rifiuti nella Capitale non è dovuto a una calamità naturale: si accertino responsabilità politiche ed erariali di questa situazione
Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della direzione nazionale di Radicali Italiani e Riccardo Magi consigliere Radicale di Roma Capitale eletto nella Lista Civica per Marino.
Apprendiamo con piacere che, ieri, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per la mancata raccolta dei rifiuti. Ora ci aspettiamo che, con la stessa celerità, anche la Corte dei Conti faccia la sua parte rispondendo al nostro esposto depositato a metà maggio. Facciamo questa richiesta perché siamo consapevoli che la crisi dei rifiuti a Roma è, in buona parte, dovuta all’inoperosità delle giunte di destra e di sinistra che si sono succedute negli anni. Tant’è che la fragilità quantitativa degli impianti di trattamento è la più diretta conseguenza del mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. In parole povere si può affermare che i cittadini della Capitale, oltre ad aver già subito un danno economico rilevante, oggi subiscono anche un danno ambientale dovuto ai cassonetti stracolmi di immondizia. Proprio per questo è bene ricordare il senso del nostro esposto inviato alla Magistratura contabile. Le percentuali di raccolta differenziata che, negli anni, ogni ambito territoriale ottimale doveva raggiungere, erano stabilite dall’articolo 24 del decreto n. 22/1997, dalla legge n. 296 del 21 dicembre 2006 (Finanziaria 2007) e dall’art. 205, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006), ed erano le seguenti: 35% (2003, 2004, 2005, 2006), 40% (2007), 45% (2008), 50% (2009), 55% (2010), 60% (2011), 65% (2012). A fronte di questi obiettivi di riciclo, i dati ufficiali dell’Ama certificano i risultati ottenuti a Roma: 10,75% (2003), 13,53% (2004), 15,86% (2005), 16,23% (2006), 17,10% (2007), 19,51% (2008), 20,67% (2009), 22,00% (2010), 24,65% (2011), 25,66% (2012). La Capitale, quindi, ha raggiunto livelli di differenziata in misura significativamente inferiore a quelli previsti per legge, questo ha comportato a carico del Comune il pagamento di oneri aggiuntivi per il conferimento in discarica del materiale che avrebbe dovuto essere destinato proficuamente alla raccolta differenziata ed ha, pertanto, arrecato a Roma Capitale un danno patrimoniale conseguente. Il danno erariale, a nostro avviso, si profila per i seguenti motivi puntuali: 1) maggiori costi sostenuti per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata. Detti oneri sono stati, in particolare sostenuti a titolo di “tariffa smaltimento rifiuti” (c.d ecotassa) tributo speciale ex art. 3, comma 24 della legge n. 545/1995; 2) addizionale del 20% al tributo speciale prevista dall’art. 205, comma 3, del D.Lgs. N. 152/2006. Sovrattassa dovuta per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riciclo previsti dalla citata legge 3) maggiori costi dovuti allo smaltimento fuori dalla Regione Lazio dei rifiuti speciali (Fos, scarti e Cdr) durante gli anni 2013 e 2014.
La documentazione inviata alla Corte dei Conti, compresa una stima del danno erariale, è disponibile al seguente link: http://opencampidoglio.it/attiedocumenti/mancati-obiettivi-di-raccolta-differenziata-pagano-i-cittadini-denuncia-alla-corte