Non dà voti al governo, ma parla di una maggioranza che “non sa tenere il punto” E fa un lungo elenco per spiegare in quante situazioni Palazzo Chigi è tornato sui suoi passi. Il protocollo sul welfare è solo l’ultimo episodio. Rita Bernardini, segretario di Radicati Italiani, promette lealtà alla coalizione di centrosinistra, ma c’è il congresso del partito alle porte (si terrà dall’1 al 4 novembre a Padova) e in quella sede si farà una verifica anche di questo anno e mezzo di legislatura. E si guarderà alle prospettive future.
Bernardini, partiamo dal presente e dal plebiscito per Veltroni. Che ne pensa?
E’ un plebiscito annunciato. Dovuto anche all’occupazione dei mezzi di comunicazione da parte del Partito Democratico. Noi come radicali avevano denunciato la situazione, ma l’Authority ci ha dato ragione tre giorni prima del voto delle primarie, quando ormai era troppo tardi: il PD ha avuto tre mesi netti di propaganda gratis (quanto vale questo spottone?), senza contraddittorio, senza che potessero prendere la parola i contrari o coloro che ne sono usciti o chi, come Pannella, è stato escluso dalla corsa.
Qual è la posizione dei Radicali rispetto al Pd?
Noi abbiamo tutte le carte in regola per poter dire la nostra. L’idea di quel partito è tutta nello statuto del Partito Radicale del 1967 che si poneva come obiettivo di federare la sinistra. E poi più avanti, ci abbiamo provato con Occhetto, quando era segretario del Pci e nel 1993 con le Liste Pannella “per il Partito Democratico”.
Allora ditela, la vostra.
Non ci interessa entrare nei “giochetti” di Palazzo. Ma denunciamo che quei “giochetti” costano molto agli italiani in tema di riforme mancate. Penso al protocollo sul welfare, al blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile. E parlo dei diritti civili, a cominciare dal compromesso al ribasso sui Dico: nemmeno quella proposta è mai diventata legge.
Pensa che con Veltroni leader del Pd le cose possano cambiare?
II sindaco di Roma ha la capacità di dire e non dire nulla. È come un muro di gomma. Per fare un esempio, non si è mai espresso sui temi eticamente sensibili. Stante questa situazione, è evidente che l’operazione Pd rientra nel solco delta vecchia politica. Nonostante le dichiarazioni di intenti, non costituisce un’innovazione.
Quindi non avete nessuna intenzione di allearvi con il Partito Democratico?
Con cosa ci dovremmo alleare? Con il niente in termini di riforme e con il tutto per quanto riguarda l’occupazione del potere?
Veltroni ha fatto capire che può fare a meno della sinistra radicale. Dovrà fare a meno anche di voi?
Dovrà fare a meno dì molte cose, soprattutto se continua a ragionare in termini di partitocrazia. Dice che il suo sarà un nuovo corso, che non ci sanno correnti all’interno del Pd, ma già stanno rielaborando le percentuali interne misurando quanti voti hanno preso gli esponenti della Margherita e quanti quelli del Ds… È questo il nuovo corso? Noi continueremo ad avere nei confronti del Partito Democratico elementi di attenzione, solo se decideranno di cambiare atteggiamento e strategie.
Praticamente se sarà un partito diverso da quello attuale…
Praticamente sì.
Qual è la sua idea di quella che viene definita coabitazione fra Veltroni e Prodi?
È una situazione imbarazzante. Da un lato c’è il sindaco di Roma, che è il segretario di un partito i cui uomini ricoprono tutti i più importanti ruoli a Palazzo Chigi. Dall’altro c’è Prodi al quale è concesso solamente di aspettare la fine, senza potere nel concreto governare.
Che voto darebbe al governo fino a questo momento?
Non me la sento di dare un voto, sopratutto ora che l’esecutivo è in un periodo così difficile.
A cosa si riferisce, in particolare?
Quando Emma Bonino (attuale ministro delle Politiche comunitarie, ndr) fu nominata da Prodi, gli chiese a chi intendeva dare ascolto, se all’ala riformista o alla sinistra massimalista; il presidente del Consiglio barcollò. Esattamente come sta facendo ora senza mai farsi forte della componente riformista. Emma e Radicali italiani hanno parlato chiaro: se il protocollo su pensioni e welfare verrà rimaneggiato noi siamo pronti a presentare tutti i nostri emendamenti, perché sia ben chiaro che noi siamo per la riforma Maroni e per il welfare vero, per i non garantiti dai sindacati e per i più poveri, per gli ultimi.
E il vento nuovo annunciato da Veltroni crede che possa servire a cambiare la situazione della politica in Italia?
Per riformare la politica italiana non vorrei servisse una catastrofe, come quella che ci fu all’inizio degli anni Novanta. “Mani pulite” giustiziò una parte dei sistema, consentendo all’altra di riorganizzarsi per portarci al punto in cui siamo. Sicuramente occorre uno choc che faccia comprendere agli italiani che vivono nell’illegalità innanzi tutto delle istituzioni… e che occorre ripartire da qui.